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Italiano contro il mercato aperto a serie A iniziata. Perché lo stop anticipato a oggi è impossibile

Il tecnico del Bologna, battuto all’esordio dalla Roma: “La mattina della partita ci sono calciatori al telefono con i procuratori, alcuni non vogliono giocare. Non può esistere una cosa del genere”

ROMA — “Il mercato aperto durante il campionato è follia pura. Ogni partita è questione di vita o di morte. Ci sono giocatori che staccano la spina”. Tutta la rabbia di Vincenzo Italiano, che a Sky Sport ha sfogato la sua delusione per la sconfitta 1-0 all’Olimpico contro la Roma. Il tecnico del Bologna, dopo una breve analisi sulla partita (“sono contento della tenuta dei ragazzi, dobbiamo crescere in qualità e in pulizia del gioco”), ha puntato il dito contro il mercato, che – durante le prime due giornate (le trattative chiudono lunedì 1° settembre alle 20) – condiziona mentalmente i giocatori, distraendoli. “Non so chi voglia tenerlo aperto dopo l’inizio del campionato. Non può esistere una cosa del genere. Ci sono alcuni giocatori che la mattina, prima delle partite, stanno al telefono con i procuratori, vogliono andar via e non hanno voglia di giocare. Questo è assurdo. Il mercato va chiuso prima dell’inizio del campionato”.

Il Bologna e il caso Lucumì

La risposta dell’allenatore segue, in particolare, una domanda su Lucumí, centrale del Bologna che ieri ha regalato a Wesley il pallone del vantaggio romanista. Il difensore colombiano è seguito da molte squadre, come il Sunderland (30 milioni sul piatto), ma Claudio Fenucci, ceo del Bologna, ha sbarrato le porte al trasferimento: “Oggi non ci sono le condizioni per sostituirlo, quindi Jhon rimarrà con noi”, aveva spiegato al QS nei giorni scorsi. Parole confermate anche da Marco Di Vaio, direttore sportivo del club, ma che hanno suscitato però la reazione di Simone Rondanini, procuratore di Lucumí: “Sono deluso. Eravamo d’accordo su questo punto: se fosse arrivata l’offerta giusta, Jhon avrebbe avuto la possibilità di trasferirsi. Spero quindi che, da parte del Bologna, ci possa essere una riflessione che ci permetta di trovare una soluzione equilibrata e positiva per tutti”, il messaggio riportato dal giornalista Fabrizio Romano.

Italiano: “Pronto a battermi per far chiudere prima il mercato”

La tensione tra il club e il giocatore rischia ora di lievitare, condizionando lo spogliatoio del Bologna per le prossime gare. Dal canto suo, Italiano vuole risolvere la questione del mercato aperto, non tanto per il caso Lucumí nello specifico (nel corso dell’intervista il tecnico non ha mai fatto riferimenti espliciti al calciatore), ma in generale. “Io sono pronto a mettermi in prima fila e battagliare per cambiare questa regola, perché la maggior parte degli allenatori la pensa come me”.

Mercato aperto, ecco perché

L’idea, del resto, non è nuova. Già nella sessione estiva del 2018 (quella di Cristiano Ronaldo alla Juventus, per intenderci), la serie A l’aveva sperimentata insieme alla Premier League. In quell’occasione il mercato italiano chiuse il 17 agosto, un giorno prima dell’inizio del campionato. Gli inglesi anticiparono le conclusioni delle trattative al 9 agosto, ma la mancanza di uniformità con il resto dei campionati europei (Liga, Bundesliga e Ligue 1 non abbracciarono il cambiamento) fece arenare la rivoluzione. Dall’anno dopo il ritorno alla normalità e all’incertezza, con le squadre costrette a iniziare la stagione con organici ancora non del tutto definiti. Un altro tentativo di riforma si è registrato nel 2024, quando le principali leghe d’Europa sembravano a un passo dal via libera. Ma cosa è successo? La brusca frenata della Liga, il massimo campionato spagnolo, ha fatto crollare l’accordo. Perché? C’entra l’Arabia. Il mercato saudita chiude infatti a settembre (lo scorso anno il 2, quest’anno l’11). Se da una parte lo stop anticipato avrebbe quindi bloccato l’ingresso di nuovi calciatori dopo l’inizio del campionato, dall’altra le trattative in uscita – con il mercato arabo, tra gli altri – sarebbero comunque proseguite. Vista la grande attrazione della Saudi Pro League, c’era il rischio di perdere calciatori preziosi senza la possibilità di poterli sostituire. Gli spagnoli non volevano privarsi di questa possibilità e così l’accordo è saltato. Per cambiare, adesso, bisogna quindi coinvolgere anche i sauditi, come spiegato lo scorso anno da Luigi De Siervo, ad della Lega Serie A: “Con la Lega saudita abbiamo aperto un dialogo che va nella direzione di posticipare l’inizio dei campionati dopo il calciomercato”.

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