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Napoli, la vittoria non cancella le ombre: altra punta per un attacco dinamico

Squadra anziana, il ritmo lento non trova la profondità. Il presidente è pronto a investire ancora. Il tecnico cambia metodo, più cambi e qualche giovane

Il futuro del Napoli è ricominciato dopo la prima vittoria. Quando era già primo in classifica. La svolta si legge nella improvvisa accelerazione della trattativa per acquistare il danese Rasmus Hojlund. Mentre i 9 mila tornavano da Reggio Emilia pensando già al quinto scudetto nella storia del club, terzo in 4 anni, beata fantasia dei tifosi, la società faceva scorrere il film della partita con il Sassuolo. Una squadra diventa più forte se cerca le ombre, mai le luci. Il Napoli di sabato era tutto in chiaroscuro.

Il successo perentorio è stato indiscusso: dominio costante sul campo, consapevole superiorità su un Sassuolo più ingenuo che fragile, energia bruciante dei giganti De Bruyne e McTominay , un gol ciascuno con calci da fermo che il Napoli di Conte riprovava in allenamento, ma in gara spesso sprecava. Visto a Reggio Emilia, il Napoli è compatto ma senza il respiro prepotente della profondità, avanza sotto ritmo con un palleggio ripetitivo, accade quando manca chi sappia superare l’avversario diretto nell’uno contro uno, creando spazi e superiorità numerica. Gli slalom di Kavaratskelia sono tracce di memoria dello scudetto 2023.

Qualcosa creava da fermo Lukaku aprendo varchi con passaggi corti, era il perno dell’attacco, ma non c’è. Non ha entusiasmato Lucca, ex Udinese, giudicato molto generoso, tutto qui? Ma una fatica mai illuminante è la sua. Poco per una prima punta, terminale di un gioco gestito da campioni come Mc Tominay e De Bruyne in preparazione, alimentato poi da due motori sempre accesi come Lobotka e Anguissa, signori del piccolo e grande spazio a centrocampo. Ne deriva un sovraccarico di lavoro per il mancino Politano che scavalla dalla destra, puntualmente stremato a metà gara e sostituito, ma anche la rinuncia al settore alto di sinistra. Ancora una volta prevale la catena di destra sulla sinistra , pur con lo stanco Di Lorenzo, esterno che prova a rinnovarsi convergendo al centro, come usava con Spalletti e insegna Guardiola. Questo congegno con molti intercambi funziona tranne che nel trovare la profondità. Lo dimostrano i due gol, mai su azioni laceranti.

Hojlund ha molti buoni motivi per proporsi. È il tipo di punta che manca. Con suoi 191 centimetri ha altezza e fisicità, ma anche straordinaria velocità per un attaccante dalle leve lunghe. Ha 22 anni, ed è una eccezione per una formazione molto anziana con i suoi 29,9 anni di età media. Avrebbe superato i trenta se avesse giocato il 32enne Lukaku e non il 25ene Lucca. Che arrivi o no Hojlund, la partita di sabato indica il tipo di attaccante che non c’è. Magari mancino come il danese di Copenaghen messo in evidenza in Italia dall’Atalanta, ma sparito lo scorso anno nei marosi del Manchester United. Bisogna capire se ha superato lo choc del disastro tecnico. Penoso il quindicesimo posto per la stella dell’Old Trafford, stadio che va in pensione sostituito da un impianto di centomila posti.

Non sfugge una novità nel metodo Conte. Discusso per i cambi tardivi o mancati, ha inserito 5 giocatori dal minuto 74. Il quinto è un centrocampista, Antonio Vergara, finalmente un giovane. Giovane certo, nella squadra più matura d’Italia Uno che arriva gratis, restituito dalla Reggiana in un mercato convulso e ancora aperto. Impegnato già per 155 milioni di investimenti, pronto a sborsarne altri, De Laurentiis sorride felice nelle foto con Antonio Conte a Lacco Ameno. Il calcio, la domenica, Ischia. L’atmosfera giusta per due amici ormai indivisibili per vincere ancora . I sogni non costano mai abbastanza.

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