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Alla scoperta di Paz, dalle cene con Zanetti al cane chiamato Como

La stella di Fabregas vive con mamma papà e fidanzata lontano dalla città e ama sushi e pizza. Il Real Madrid lo aspetta

Como – La domenica da protagonista assoluto l’ha festeggiata con un pranzo a Menaggio insieme alla fidanzata Emma. Ha la faccia da bambino e un talento fuori dal normale. Uno di quelli che nascono raramente. Nico Paz è già uno dei migliori calciatori della Serie A e lo sguardo puntato su ben altri palcoscenici. Ha solo 20 anni e pochi limiti. L’ambizioso Como della famiglia indonesiana degli Hartono, la proprietà più ricca del campionato italiano, lo ha preso lo scorso anno dal Real Madrid e lo ha affidato a Fabregas. La sua seconda stagione in Italia l’ha inaugurata con assist e gol contro la Lazio, una punizione perfetta tanto che sembrava disegnata con un compasso. Prima, l’assist dopo una piroetta da sogno, spostando il bacino per dribblare sul posto Tavares prima di lanciare Douvikas a rete. «Non è né rapido né potente, però lo sa e utilizza bene le sue qualità. E serve passaggi che non vede nessuno», dice di lui Diego Nogales, suo allenatore nelle giovanili del Real Madrid.

La scelta dell’Argentina di papà Pablo

Papà Pablo è stato calciatore e ha giocato nella nazionale argentina, la stessa che ha scelto Nico nonostante sia nato a Tenerife, nella Spagna di mamma Carla. In Italia con lui si è trasferita tutta la famiglia, comprese le due sorelline minori e il cane, che hanno chiamato Como. Però hanno scelto di vivere ad Appiano Gentile, lontano dal glamour del lago, in una villa immersa nel verde in zona Cascina Tavorella. Una casa bella grande, su un piano, con finestre alte e un ampio giardino dove organizzano grigliate a base di asado. Nico non è tipo da serate nei locali, in centro ad Appiano nessuno lo ha mai visto. Ospita spesso il cugino, Diego Martinez, che gioca nel settore giovanile del Como, e si concede qualche cambiamento di spartito solo con Emma, che pure vive con lui.

Poche fughe dalla routine

Sono le sue piccole fughe dalla routine quotidiana e dagli allenamenti a Mozzate, nel centro sportivo da 35mila metri quadri del Como. Sul Lago ci va di rado, chi lo conosce lo descrive come un ragazzo riservato, che sorride timido a chi lo ferma per un selfie o un autografo. Tra i suoi posti del cuore in città c’è il ristorante giapponese Komo in via Carcano, a due passi dalla Chiesa di Sant’Eusebio. Massimo, il cameriere che lo ha servito l’ultima volta, ricorda la sua passione per gli uramaki con i gamberi in tempura. Una cena speciale, con la sua famiglia e quella di Javier Zanetti (il vicepresidente dell’Inter è amico di papà Pablo, con cui ha giocato nel Banfield), l’ha fatta a “Una finestra sul Lago” a Carate Urio, dove guardi le colline riflettersi nel blu dell’acqua.

La cena con Javier Zanetti

Ci vanno calciatori e politici, la settimana scorsa c’è stato Mario Draghi. «Quando sono venuti a metà maggio hanno ordinato piatti in condivisione: pizze gourmet, un ovetto in camicia. Mi ha colpito che lui ha bevuto solo acqua, neanche un goccio di vino, anche nel giorno libero. Nico è come lo si vede in tv, un ragazzo pulito. Ha la testa sulle spalle, sa quello che vuole. È un po’ come Sinner, semplice come Jannik. Mi ha fatto quell’impressione», racconta Nathan Martignoni, uno dei titolari del locale.

Ora il Como, nel futuro il Real Madrid

Un campione in divenire, sicuro del suo percorso. Ai suoi confidenti ha rivelato che vuole restare a Como fino al prossimo anno, per poi tornare al Real Madrid, che a giugno potrà riprenderlo per 10 milioni. Questo è il suo piano, condiviso dal club lariano. In questi giorni il presidente Suwarso ha rifiutato un’offerta del Tottenham da 70 milioni, 35 a testa per il Madrid — ha diritto alla metà di una rivendita — e la squadra di Fabregas. Soldi che comunque dovrebbero entrare nelle casse del Como, che il Real rimborserà oltre il riscatto fissato come premio di formazione. Un tipo serio e deciso, ma anche sensibile. A raccontarlo un episodio di qualche mese fa con protagonista Jasmine, la figlia 14enne del titolare del ristorante Mediterranée, in piazza Volta a Como. La piccola è stata ricoverata in ospedale per oltre un mese, operata due volte per un’appendicite che ha portato ad alcune complicazioni. Paz ha saputo della sua storia dal patron Suwarso, cliente del locale: «Si è fatto dire tutto dal presidente e ci ha mandato un video pieno di parole carine, in cui incoraggiava Jasmine — dice papà Sherif — . Le ha mandato la sua maglia, poi quando è stata meglio l’ha invitata allo stadio. L’ho ringraziato già, ma voglio farlo ancora», dice papà Sherif, e mentre lo fa gli occhi si riempiono di lacrime. Nico Paz sa emozionare, non solo in campo.

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