MILANO – Dieci veterani, più lui. Eppure Petar Sucic, unico esordiente in Serie A fra i giocatori schierati da Chivu contro il Torino, ha fatto la differenza. “Sono contento per Petar, se lo merita. È cresciuto. Questa sera abbiamo visto cose di lui che in America, nel Mondiale per Club, non avevamo visto. Ha fatto quello che gli ho chiesto, nell’aggressività, nei duelli”, ha detto il tecnico, parlando del 21enne croato, arrivato questa estate dalla Dinamo Zagabria. Con tanta grinta e una mezza dozzina di giocate sontuose, fra cui l’assist per il 2-0 firmato da Thuram, il ragazzo di Livno ha contribuito al 5-0 dell’Inter contro il Torino.
Barella regista e il futuro di Calha
Con un Sucic così, Hakan Calhanoglu dovrà darsi da fare per riconquistare il posto da titolare. A San Siro, per la prima di campionato, non ha giocato perché squalificato. In sua assenza i compagni hanno dimostrato di potere serenamente fare a meno di lui. Il ruolo di regista lo ha occupato Nicolò Barella. “Sapevo ovviamente che poteva giocare in quel ruolo, perché lo aveva già fatto. Lo avevo messo lì anche a Bari contro l’Olympiakos. Si è adattato bene. E non è scontato che i giocatori rispondano bene, quando si chiede loro di fare cose nuove o diverse”, ha detto Chivu. Ed è possibile, se non addirittura probabile, che possa provare di nuovo questa conformazione del centrocampo.
Le alternative a centrocampo
Non è detto che Chivu vorrà sempre giocare con il 3-5-2, ma all’esordio in Serie A sulla panchina nerazzurra ha dimostrato di poterlo fare anche senza il regista titolare. L’unico altro playmaker puro in rosa era Asllani, nel frattempo trasferitosi proprio al Torino. Per il resto, il nuovo allenatore interista ha a disposizione solo mezzali: Barella e Mkhitaryan, partiti dall’inizio, ma anche Zielinski, Frattesi e l’ultimo arrivato Diouf. E poi Sucic, che quando gli si chiede se è orgoglioso di avere esordito così in Serie A, risponde in italiano: “Solo prima partita”.