Furlani e Tare hanno cinque giorni di tempo per costruire il Milan di Allegri, che non è quello che ha perso in casa con la Cremonese ma neppure quello che ha viaggiato tra un continente e l’altro durante il precampionato: alla fine, si proverà a fare quello che l’allenatore ha deciso (forse si può dire: preteso) dopo la riunione plenaria di domenica, all’indomani del rovinoso inizio, durante la quale i toni non devono essere stati dei più pacati. Max ne è uscito con un successo diplomatico in tasca: ha chiesto tre giocatori, vale a dire Vlahovic, Rabiot e un difensore, preferibilmente il turco Demiral, oggi in Arabia con l’Al-Ahli, o Kim, il coreano del Bayern, e gli è stato garantito che faranno di tutto per darglieli, anche se Furlani e Tare hanno appena quattro giorni di tempo per rimediare a due mesi di ritardi. I soldi, in teoria, non mancano: il saldo di mercato è positivo per oltre 50 milioni e può ulteriormente aumentare con le cessioni di Chukwueze (al Fulham) e Musah (all’Atalanta).
Le due anime del Milan
Il Milan è una società con almeno un paio di anime. Se fosse un partito, si chiamerebbero correnti. Furlani e Tare (in teoria dovrebbe essere lui il referente tecnico di club e allenatore) hanno spesso battuto piste separate e molto è stato fatto trascurando le indicazioni di Allegri: a Max serviva un centravanti fatto e finito, con rabbia in corpo (Vlahovic), e ha rischiato di ritrovarsene uno inaffidabile dal punto di vista fisico (Boniface) o un altro troppo imberbe per essere già vero (Harder); voleva una mezzala alla Rabiot (fisico, esperienza) e ha avuto Jashari (tecnica, gioventù). Inoltre, in difesa la rosa è corta sia per il 4-3-3 (manca il terzino destro, Jimenez al tecnico non garba e può finire al Como in prestito) sia per il 3-5-2, perché di esterni di pronto utilizzo ci sono soltanto Saelemaekers ed Estupiñan.
La corsa a Rabiot e Vlahovic
Quattro giorni bastano per rimediare a tutto? Vedremo, ma almeno adesso anime e correnti sono in qualche modo costrette a pedalare in sincronia, anche se andare a dama sarà complicatissimo sia per Rabiot (la valutazione è 15 milioni, ma c’è la possibilità di una riconciliazione col Marsiglia) sia per Vlahovic, che va convinto con i soldi (il Milan è disposto ad alzargli la proposta d’ingaggio a sei milioni) ma anche con argomenti più “calcistici”. Allegri gli ha parlato, si sarebbe mosso anche Ibrahimovic, ma intanto lui ha ribadito che vorrebbe restare alla Juve (quasi per ripicca: a gennaio potrà accordarsi con una nuova squadra). Inoltre manca l’accordo tra i due club perché i bianconeri, avendo intuito le difficoltà rossonere, hanno sparato una richiesta da 30 milioni, praticamente il doppio della cifra che sperava di investire il Milan, per liberarli della zavorra serba. Però a Torino hanno deciso di chiudere con Kolo Muani (forse già oggi) a prescindere: l’arrivo del francese praticamente azzererebbe le possibilità di Vlahovic di giocare, dunque anche come riserva. Resterà indifferente anche a questa novità? La Juve è disposta a farsi dare, al posto dei soldi, Saelemaekers, giocatore ideale per Tudor perché può fare sia l’esterno sia il trequartista, che poi è grosso modo la ragione per cui lo è pure per Allegri. Di sicuro, una parte del denaro incassato la Juve dovrebbe girarla a Vlahovic come buonuscita: è la sua richiesta per alleggerire il bilancio bianconero dei 12 milioni netti (anzi dieci, visto che due mensilità le ha già intascate) che gli spettano da qui a giugno.
Strada stretta per i rinforzi
La strada che si presenta davanti a Furlani e soprattutto a Tare, che dovrebbe essere il vero referente tecnico del club e dell’allenatore, è stretta stretta. Come alternativa a Vlahovic, il Milan ha aperto un occhio su Nkunku, uno dei mille esuberi del Chelsea. Harder va considerato praticamente fuorigioco: la scusa con cui è stato scaricato (prima di cederlo, lo Sporting vuole prendere Ioannidis dal Panathinaikos che a sua volta vuole prendere Taremi: lungaggini insostenibili) è valida ma non rappresenta in pieno la verità. È invece verissimo che in quattro giorni devono succedere cose che non sono successe in due mesi.