FIRENZE – Rino Gattuso ha aperto il suo primo appuntamento mediatico da ct a Coverciano con una notizia: il passaggio di Donnarumma al Manchester City. “Deve sistemare due o tre cose, le visite mediche e la firma sul contratto”. Lo stesso capitano, uscendo dall’istituto Fanfani, ha poi tolto l’ultimo velo alla trattativa: “Sono felicissimo di questa mia nuova avventura”. Una preoccupazione in meno per il ct, in vista delle due partite di qualificazione mondiale della Nazionale con Estonia e Israele. L’altra nube che si dirada è la famosa questione dei dolorini, che spingevano non pochi azzurri a tornare a casa. Stavolta restano tutti, inclusi Scamacca (ginocchio) e Tonali (spalla). Il messaggio del ct è stato dunque recepito: “Voglio ringraziare i giocatori e i club. L’Atalanta ci ha lasciato Scamacca, dimostrando grande sensibilità”.
A Bergamo stadio pieno: “Sono carico a molla”
Con Israele l’Italia giocherà lunedì 8 settembre a Debrecen in campo neutro, partita preceduta dal debutto di Gattuso venerdì 5 a Bergamo con l’Estonia, di fronte a 23mila persone. I biglietti sono già stati tutti venduti: “Ringraziamo i tifosi che hanno voluto dimostrarci il loro entusiasmo. Personalmente sono carico a molla, la testa me la spaccherò quando sarà il caso. Dal primo giorno ho detto che sento grande responsabilità per questo ruolo: quando indossi questa maglia, è così. Ma paura sicuramente no, non ne ho”.
Pochi italiani in A
Il problema dei troppi stranieri nel campionato italiano è innegabile, ma il neo-ct non vuole usarlo come alibi: “Se Leoni va al Liverpool e Raspadori all’Atletico Madrid, evidentemente è per le offerte che hanno ricevuto. Ma io non vedo un campionato così scarso. Non siamo poi messi così male. Anche se ovviamente mi auguro di vedere più italiani in serie A”.
La sincerità del ct
Il concetto più chiaro che Rino Gattuso ha voluto rendere esplicito all’inizio del suo mandato è che non ci saranno infingimenti di alcun tipo, a cominciare dalla tattica: “Difenderemo con la linea a 4 per varie ragioni. Io devo fare una cosa di cui sono convinto: difendere a 4 e impostare a 3. Se giochi a 5 avrai un blocco troppo basso. Non è un sistema che sento mio e i giocatori mi sgamerebbero subito”.
Gattuso ha girato tanto nei suoi primi mesi e mezzo da commissario tecnico e ha parlato sia coi calciatori sia coi club: “I giocatori li chiamo spesso, rompo le scatole al telefono. Ma non servono troppi discorsi, ne farò uno breve prima dell’allenamento, ma è il momento dei fatti e non delle parole. È stato molto importante parlare coi club e coi dirigenti: di calcio, a 360 gradi. Ho trovato ascolto, mi ha fatto molto piacere. Il giro non è finito, mancano 10-11 squadre. Credo che il rapporto coi club possa essere proficuo, io non voglio certo mettere in difficoltà i calciatori e le società. La Figc qui ha a disposizione tutti i macchinari, dalla risonanza in giù: non manca nulla”.
Il dilemma: uno o due punte
Nessuna frenesia del gol, anche se la Nazionale è in pesante ritardo nella differenza reti rispetto alla Norvegia, ha giocato due partite in meno e ha perso lo scontro diretto a Oslo per 3-0: “Dobbiamo preparare una partita una alla volta, le goleade non fanno parte della nostra storia. Bisogna creare altro: il senso di appartenenza, la voglia di sacrificarsi e di sentirsi dire dal compagno anche cose scomode. Non bisogna farsi prendere dal panico se il gol non arriva, serve essere squadra. E avere un gruppo di 27-28 giocatori: la storia dice che è sempre stata la nostra forza. La tattica conta, ma non è la priorità ora”. Il nodo sul sistema di gioco non è stato ancora sciolto: il centrocampo può essere a due o a tre ed è possibile anche l’impiego delle due punte e di Raspadori o Maldini trequartisti: “Tutte e quattro le punte centrali sono compatibili e possono giocare insieme”.
Quando tornerà Chiesa in Nazionale
Federico Chiesa è vicinissimo al ritorno in Nazionale, visto il ruolo non più da escluso nel Liverpool. Gattuso: “Dal primo giorno, ho detto tutto con grande onestà. Abbiamo condiviso questa scelta con Federico, lui non si sentiva pronto al 100% e abbiamo rinviato con grandissima tranquillità a quando avrà avuto un minutaggio superiore”. Il ct ha poi citato Buongiorno, Cristante e Ricci come futuri convocabili.
Fiducia in Esposito, Leoni e Fabbian
Gattuso non ha mai avuto paura, da allenatore, di lanciare i giovani: “Con loro è difficile dire se sono già pronti o no. D’altra parte, se non fanno esperienza, non lo saranno mai. Li ho convocati con convinzione, non ho regalato nulla, lo meritavano. Se chiamo un giovane, è perché vedo tecnica, qualità, talento e sfrontatezza: mi colpisce un ragazzo che gioca da adulto. Fabbian è simile a Frattesi, riempie l’area e sa inserirsi. Pio Esposito è un talento indiscutibile, per l’età che ha, per come si muove, per il fisico e per la tecnica. Leoni è del 2006 e ha grande personalità, non ha paura di nulla: gioca a campo aperto e ha picchi di velocità notevoli, l’ho visto nel Parma duellare nello spazio con Lukaku”.
Non annoiare i giocatori
Come si può incidere in soli tre giorni? La domanda classica per ogni ct viene ribaltata da Gattuso: “Col mio staff abbiamo smontato gli allenamenti ai quali eravamo abituati nei club, per non farli pesare alla squadra. Si va sulle situazioni tattiche, non sulle sedute piene di concetti. La verità è che oggi la squadra in ritiro è una rarità, i ragazzi non ci sono più abituati. Stare insieme per una settimana-otto giorni diventa un’occasione per il gruppo”.