E’ stato un mercato complessivamente di contorno per il calcio italiano. Il Milan ha preso Rabiot che però non è quello di 4 anni fa. Modric ha 40 anni. Dello stesso De Bruyne non discuto la grandissima qualità ma la carta d’identità. Un mercato che è l’emblema di un decadimento tecnico e finanziario evidente. Per carità, le squadre italiane sono tutte mediamente di buon livello, tendente verso l’alto. Il fuoriclasse però non c’è. Bisogna accontentarsi, si prende quello che lasciano le grandi d’Europa. C’è poco da fare, rispetto al tempo che fu i rapporti di forza sono cambiati.
I problemi dell’Inter
Quei rapporti di forza che in campionato sono in via di definizione. Ogni giornata una grande rischia uno schiaffo. Dopo Milan e Lazio alla prima giornata, è toccato all’Inter. Un ko, quello con l’Udinese, inatteso fino a un certo punto. Le big della Serie A si devono mettere in testa che con le provinciali se non danno il 100% rischiano brutte figure. L’Udinese è squadra organizzata benissimo, straripante fisicamente e buona tecnicamente. Troppo per gli opachi Acerbi e Calhanoglu, apparsi distanti dai giocatori che erano negli anni scorsi. In tal senso l’arrivo di Akanji in difesa sembra una presa di coscienza della società.
Il dilemma Lautaro
E poi Lautaro ha giocato troppo lontano dalla porta, trascurato dai compagni. Uno sbaglio concettuale: il giocatore migliore va infatti cercato sempre, anche se in difficoltà. Ora dare sentenze è prematuro, anche perché sui valori del gruppo non ci sono dubbi. Il problema per Chivu sarà riproporre prestazioni di altissimo livello: e qui la cosa è più complicata.
Allegri ha rimesso a posto le priorità
Bene il Milan. Allegri a Lecce ha rimesso a posto le priorità: non prendere gol e non buttare via la palla. Se giochi così contro le piccole vinci. Il tecnico ha detto una cosa giustissima. Non è che se giochi con le maglie delle grandi vinci, chi le indossa deve meritarla. Quindi per arrivare devi dare tanto, per rimanere e vincere occorre ancora di più.
Vlahovic, dubbi sulla personalità
La Juventus ha fatto una buonissima partita con il Genoa. Si vede che la società ha fatto un lavoro in profondità con alcuni giocatori, evidente infatti un maggiore appartenenza. Vlahovic merita un discorso a parte. Quando era il riferimento tecnico ed emotivo ha fallito, ora che ha meno responsabilità è tornato ad avere fiducia e fa valere il suo senso del gol. Ma le grandi squadre, e mi rifaccio alle considerazioni precedenti, hanno bisogno gente che sappia sopportare le responsabilità. Comunque il serbo andrà via il prossimo anno a parametro zero: se la società lo avesse venduto sarebbe stato comprensibile, però tecnicamente averlo tenuto avrà la sua importanza.
Napoli tosto, mi piace l’umiltà di Gasperini
Chiudo con Napoli e Roma. Mi sono sembrate entrambe molto toste. Sapevamo che il Napoli non avrebbe mollato fino all’ultimo secondo e con il Cagliari lo ha dimostrato nel vero senso della parola. E Gasperini è riuscito a creare un gruppo squadra, che con una dose di umiltà. Ha capito di avere una squadra che non può giocare uno contro uno. Quindi i giocatori tornano indietro, sono attenti in copertura e quando ne hanno la chance pressano.