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Sancho, Vlahovic, Kolo Muani e Lookman: quanti tormentoni nell’estate del calciomercato

Tanti nomi hanno formato una sorta di ritornello fatto di annunci, smentite e sorprese

“The song of the summer is dead”. La canzone dell’estate è morta. Lo ha scritto il Time nelle scorse settimane, decretando la fine dei tormentoni. Ci ha pensato il calcio ad alzare l’asticella. Non con un ritornello, bensì con il martellare ossessivo di notizie, indiscrezioni e smentite di mercato. Per settimane gli stessi nomi, le stesse trattative, le stesse aperture e chiusure di spiragli. Tormentoni, appunto, che hanno occupato giornali, siti e social fino alle ore 20 del 1 settembre. E che ora hanno trovato il loro epilogo. Alcuni bruscamente, altri lasciando strascichi, altri ancora semplicemente senza muoversi di un centimetro.

Ademola Lookman

L’Inter lo ha inseguito a lungo e Ademola Lookman ha spinto per partire, fino a non presentarsi al raduno dell’Atalanta. Ripetendo quanto accaduto lo scorso anno con il Psg. A metà agosto il comunicato che dava l’addio ai nerazzurri di Bergamo: una lunga letterea in cui l’attaccante nigeriano ricordava i tre anni vissuti lì, la notte di Dublino, la fedeltà alle promesse fatte dalla società l’anno precedente. Nello stesso tempo denunciava anche che, nonostante fosse arrivata “un’offerta equa”, il club non gli permetteva di andare via. Da allora, rottura totale: foto nere sui social, nessun riferimento all’Atalanta, allenamenti separati agli ordini di Juric e stipendio decurtato per le assenze ingiustificate. L’offerta dell’Inter — 40 milioni più bonus — è stata respinta, così come l’assalto last minute del Bayern Monaco e del Galatasaray. Che difficilmente mollerà il colpo. Il mercato in Turchia chiude il prossimo 12 settembre, occasione d’oro per proseguire la trattativa e strappare a tutte le concorrenti il Pallone d’oro africano. Uniche concorrenti, le squadre arabe: lì la deadline è fissata per l’11 settembre.

Jadon Sancho

Jadon Sancho è stato senza dubbio il vero tormentone del mercato italiano. Tre mesi di racconti, due squadre interessate e alla fine, nessun trasferimento. L’inglese è stato prima inseguito dalla Juventus, che tra giugno e luglio aveva provato a convincere il Manchester United a un prestito oneroso con diritto di riscatto. Poi è stato corteggiato per tutto il mese di agosto dalla Roma, con il direttore sportivo Massara volato a Londra per trattare di persona e Gasperini impegnato in telefonate e dichiarazioni per aprire uno spiraglio. Un’apertura che il calciatore non ha mai dato davvero al club giallorosso. Ma la telenovela è durata fino alle ultime ore di mercato: il talento inglese ha scelto l’Aston Villa, con un prestito secco in un altro club di Premier League e chiude uno dei tormentoni più lunghi dell’estate.

Randal Kolo Muani

Ha aspettato la Juventus per tutta la sessione estiva, con i tifosi bianconeri che lo avevano definito “juventino di titanio” per aver rifiutato le tante destinazioni offerte, solo per mantenere la parola data. Ma il suo destino era legato a doppio filo a quello di Vlahovic. I bianconeri lo avevano messo nel mirino come sostituto naturale, ma i tempi si sono allungati e l’incastro non si è mai concretizzato. Così, stanco di attendere, l’attaccante francese ha detto sì al Tottenham, che lo ha preso in prestito secco. Fine di una rincorsa mai davvero decollata.

Dusan Vlahovic

Dusan Vlahovic è rimasto il grande nodo irrisolto dell’estate juventina. La società per tutto il calciomercato ha valutato la sua cessione per alleggerire il peso a bilancio (12 milioni netti è l’ingaggio del serbo) e nel frattempo ha chiuso l’arrivo di Jonathan David, alimentando l’idea di un avvicendamento in attacco. Le piste non sono mancate: il Fenerbahçe dell’ormai ex Mourinho si era affacciato a inizio giugno, ma soprattutto il Milan di Allegri lo aveva messo in cima alla lista, sondando anche formule di scambio che includessero Malick Thiaw. Mesi di contatti, sondaggi e fumate grigie, con una trattativa che forse non è mai davvero partita tra i due club: distanza economica troppo ampia e richieste personali altissime. Così Vlahovic è rimasto a Torino, trasformando il tormentone in continuità. E il campo ha fatto il resto: due ingressi dalla panchina, due gol nelle prime due giornate di campionato.

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