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L’Estonia per allontare l’incubo play-off di Gattuso: “Siamo brutti, sporchi e col cuore grande”

Il ct debutta sulla panchina azzurra nella gara di qualificazione mondiale dopo la batosta con la Norvegia

Bergamo. Gattuso non avvolge l’ora del debutto nell’enfasi delle iperboli: stonerebbero, nello stadio di Bergamo affettuosamente pieno, contro l’Estonia numero 126 del ranking Fifa. Il ct non si aspetta la goleada, solo la vittoria e una squadra che la persegua anteponendola all’estetica: “Non bisogna essere belli, ma sporchi. Soffrire. Nella nostra storia abbiamo avuto tantissimi campioni, ma è sempre venuto fuori l’aspetto caratteriale: spero di riuscire a inculcare questo alla squadra”.

Il calendario

La scalata complessiva è più dura della partita in sé. L’unità di crisi della Nazionale, istituita per scongiurare con i campioni del mondo Gattuso in panchina e Buffon suo mentore il rischio del terzo consecutivo Mondiale mancato, entra in scena alle soglie di un autunno di passione. La aspettano 5 partite – 2 con l’Estonia, 2 con Israele intrecciate alle note questioni politiche e umanitarie e una con la Moldova – per rastrellare più punti possibili e aggiustare un po’ la pessima differenza reti, prima del redde rationem del 16 novembre a Milano con la Norvegia, che rispetto all’Italia, oltre alla classifica, ha il vantaggio di 3 appuntamenti a Oslo (Moldova, Israele, Estonia).

Incubo play-off

I play-off di marzo sono una prospettiva concreta, però Gattuso procede passo dopo passo. Intanto ha cambiato certe abitudini, come la prassi dei misteri sui piccoli infortuni: “Sono sempre trasparente, le bugie hanno le gambe corte. Chiesa fuori dalla lista Champions del Liverpool? Lo volevo convocare, non se l’è sentita. Ora deve trovare minuti in Premier League”.

Formazione

Le pareti di vetro si offuscano solo per la formazione dell’esordio e i numeri spiegano la prudenza. Nelle ultime 24 partite la Nazionale ha incassato 29 gol. La fase difensiva è fragile: dopo lo 0-3 di Oslo fatale a Spalletti, il ricordo più fresco è il 2-0 con brividi alla Moldova, la più debole del girone. Stasera la priorità è l’attacco, molto verticale. Pare plausibile il 4-4-2 che in fase offensiva si modella sulla linea a 5, protetta dalla mediana Barella-Tonali: l’eventuale coppia di centravanti Kean-Retegui, più Politano a destra e Zaccagni esterno che si accentra per liberare la fascia a Dimarco. Alternative: centrocampo a tre con Locatelli regista o un rifinitore alle spalle di Kean, anche se sull’ex atalantino Retegui, transfuga in Arabia, Gattuso semina un indizio: “Il campionato saudita non è semplice come si dice. E lui si è presentato in ottime condizioni, può essere un valore aggiunto”.

La mancanza di giovani talenti

Ma la tattica stavolta è quasi un orpello, per la Nazionale del calcio, superata dal tennis, dall’atletica, dalla pallavolo, dallo sci: “Hanno chiuso gli oratori, non si gioca più per strada ma nelle scuole calcio dei kit da 500 euro. E i nostri ragazzi usano troppo l’iPhone”. Gattuso ragazzino giocava a pallone sulla spiaggia calabrese di Schiavonea, a casa lo aspettavano mamma Costanza, papà Franco e le sorelle Ida e Francesca, scomparsa nel 2020: “Mi emozionerò solo all’inno, guardando mamma e papà in tribuna e pensando a mia sorella”. Barella lo ringrazia: “Ci ha ridato serenità. Vogliamo l’America, ne abbiamo parlato tanto tra noi in questi giorni”. È il patto per il Mondiale.

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