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Haaland e la Norvegia spalancano all’Italia l’incubo play-off: “Ho avuto una premonizione”

L’attaccante in grande spolvero nell’11-1 sulla Moldova: “Ho chiesto scusa al loro portiere, ma ci serviva per la differenza reti”

MILANO – Galeotto fu il giugno azzurro, in verità molto nero: colpa dello 0-3 in casa della Norvegia, costato la panchina a Spalletti, e del pallido 2-0 di Reggio Emilia alla Moldova, con un ct licenziato. L’Italia, che con Gattuso ha parzialmente corretto la rotta (5-0 all’Estonia e folle 5-4 a Israele), sta pagando carissimo quell’avvio sconcertante delle qualificazioni al Mondiale. L’ingorda Norvegia, che dopo 4 partite aveva già una differenza reti di +11, ha infatti continuato a segnare senza posa e alla quinta, con l’11-1 alla Moldova, ha raggiunto il +21, contro il +5 della Nazionale, costretta con 6 punti e 1 gara in meno a un inseguimento in ripidissima salita verso il primo posto della qualificazione diretta.

Haaland e le scuse ai moldavi

I norvegesi lo sanno e a modo loro infieriscono: “Prima della partita ho avuto una premonizione”. Haaland, implacabile centravanti del Manchester City, si è affidato al paranormale, per spiegare i suoi 5 gol rifilati alla Moldova, che di fatto, salvo eventi appunto poco normali, mettono in cassaforte il primo posto nel girone e soprattutto inchiodano al secondo l’Italia. Per la Nazionale la prospettiva sono i play-off, trappola in cui è rimasta impigliata le ultime due volte, saltando i Mondiali di Russia e Qatar. Detto che i media norvegesi non si sono fatti scrupolo nel chiosare l’11-1 (“scandalo”) e che il malcapitato portiere moldavo Avram ha sottratto ogni aspetto soprannaturale alle gesta di Haaland (“a un certo punto si è scusato perché non poteva smettere di segnare, questione di differenza reti”), naturalissima è stata la reazione di Gattuso e del suo staff alle immagini dell’Ullevaal.

Israele ultimo scoglio per la Norvegia

“Non dobbiamo occuparci degli altri, ma pensare a noi stessi e a come migliorare”: questo il messaggio. Significa non fare conto sull’unica eventualità che la Norvegia scivoli (l’11 ottobre in casa con Israele in un duello già politicamente carico di tensione, nell’altro con l’Estonia il risultato pare già scritto) e cercare innanzitutto di vincere tutte e 4 le partite che restano: l’11 ottobre in Estonia, il 14 a Udine con Israele, il 13 novembre in Moldova e infine il 16 proprio con la Norvegia a Milano. Dove, se la rispettiva differenza reti si mantenesse più o meno inalterata rispetto a oggi, l’Italia per agganciare il primo posto dovrebbe battere la macchina da gol della Scandinavia come minimo con 7 reti di scarto: utopia calcistica.

Le avversarie dei play-off

È dunque ovvio, a metà del percorso, dare già un’occhiata al regolamento degli spareggi di marzo (semifinale il 26, finale il 31), che assegneranno all’Europa gli ultimi 4 posti per il Mondiale americano, in aggiunta ai 12 appaltati alle vincitrici di ogni girone. Le 12 seconde, più le 4 migliori della Nations League non ancora qualificate, finiranno in 4 gironi da 4, con teste di serie basate sul ranking Fifa (gli Azzurri oggi dodicesimi, noni in Europa, dovrebbero esserci) e 2 confronti in gara secca e data unica: il 26 marzo (semifinale in casa delle teste di serie) e il 31 (sede da sorteggiare). Qualunque proiezione è attualmente impossibile (la Germania ad esempio è inopinatamente terza nel suo gruppo), ma si può almeno fare l’elenco delle seconde in questo momento, tanto per rendere l’idea degli ostacoli potenziali: Slovacchia, Scozia o Grecia, Islanda, Georgia o Turchia, Ungheria o Armenia, Polonia, Bosnia o Austria, Nord Macedonia o Galles, Serbia, Repubblica Ceca.

La ricetta di Gattuso

Il rimpianto per gli errori di giugno è legittimo: sottovalutazione della delicatezza della trasferta di Oslo, della stanchezza di molti giocatori a cominciare dagli interisti reduci dalla disfatta in Champions col Psg, gestione rivedibile dell’esonero di Spalletti e del suo rapporto con la squadra, prima e dopo la batosta in Norvegia. Una sconfitta di misura all’Ullevaal e una goleada in casa alla Moldova (con Spalletti licenziato in panchina) erano risultati possibili: avrebbero contenuto il divario nella differenza reti per gli Azzurri, che a marzo, mentre la Norvegia cominciava a scavare il solco, erano impegnati nei quarti della Nations League con la Germania. Ma ormai è cominciata un’altra storia, della quale Gattuso vuole scrivere un finale diverso dal pessimo epilogo degli ultimi due spareggi. Per questo il ct, dopo avere aggiustato l’attacco con la coppia Kean-Retegui e il terzo tutt’altro che incomodo Raspadori, lavora alla correzione della fase difensiva, da matita blu a Debrecen. E rinsalda il gruppo, che gli ha dato ottimi riscontri nella prima settimana di ritiro. I calciatori hanno apprezzato in particolare gli allenamenti, in cui la tattica è presente senza ossessionarli. Con Israele l’Italia ha mostrato carattere e spirito di reazione. Ma ancora non basta.

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