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Juve, Tudor: “L’Inter ha la rosa più forte della serie A. Non è un esame, è una partita”

Le parole del tecnico bianconero alla vigilia della sfida contro i nerazzurri: “Vlahovic? Meglio di così non può stare”

TORINO – “Non è un esame, è una partita” dice Igor Tudor di Juventus-Inter, che può essere in qualche modo considerata la prima sfida scudetto della sua carriera, anche se siamo soltanto alla terza giornata e tutto è ancora da scrivere, se non addirittura da capire. “Da 4-5 anni l’Inter ha la rosa più forte della Serie A, ha esperienza e giocano insieme da tanto. Poi io ho la mia opinione, ma non è questo il momento di fare paragoni, di dire chi è più forte, chi è favorito”.

Tudor e il nodo Openda

La sensazione è che Tudor sia contento della rosa che gli è stata messa a disposizione e che consideri la Juve competitiva, ma anche che il mercato non lo abbia soddisfatto fino in fondo. Il nodo è Openda, che giovedì Comolli aveva definito “il giocatore ideale per noi” e che l’indomani Tudor ha dipinto in maniera diversa: “Il trequartista lo può fare, ma in una squadra di poco gioco, che aspetta e riparte. Da 5-6 mesi stiamo facendo un certo tipo di calcio, ma Openda può giocare nei due dietro la punta solo se stai basso e vai in contropiede, perché lui ha bisogno di spazi”.

Le scelte per la sfida con l’Inter

Che poi quella contro l’Inter possa essere una delle poche partite di campionato che la Juve può impostare sul contropiede, è una realtà: “Infatti può giocare”, osserva Tudor, che non dà Conceição per indisponibile (“È fifty fifty”) ma alla fine sulla trequarti finirà per schierare, insieme a Yildiz, Koopmeiners. Zhegrova è fuori dai giochi ancora per un po’, mentre l’altro dubbio è a sinistra, dove manca lo squalificato Cambiaso: McKennie è favorito su Kostic. E João Mario? Per Tudor “è un’ala”, quindi forse non è il massimo per fronteggiare Dumfries. E per come gioca Tudor è un altro che non è esattamente ideale, tant’è vero che sulla destra il titolare fisso è ormai Kalulu. “Sarebbe bello giocare con due ali sugli esterni, però l’obiettivo non è fare bella figura ma vincere. L’equilibrio è la prima cosa”.

Come può cambiare la Juve

Al di là delle questioni contingenti, a Tudor spetterà un lavoro di ristrutturazione dei principi di gioco della squadra, ora che ha tre centravanti a disposizione. “Per sei mesi abbiamo lavorato su un certo tipo di squadra, ma devo sfruttare al massimo la rosa e questo vuole dire imparare a giocare in modo diverso. Ma ci vuole tempo”.

Di Openda, insomma, ha molta stima (e del resto il belga è un attaccante forte), ma per incastrarlo nei meccanismi della squadra occorreranno tempo e modifiche, immaginando di andare progressivamente verso una formula con due centravanti e Yildiz a supporto. E Vlahovic? “Se guardi i numeri, non è mai stato così bene in vita sua. Tutti i compagni gli vogliono bene e lui vuole bene a loro. Meglio di così non può stare”.

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