Mentre si ispira a Messi e sogna di ripercorrere la straordinaria carriera di Zidane, Vasilije Adzic si è preso il lusso di decidere il 254° derby d’Italia. Un bolide partito da distante, un tiro che ha piegato le mani di un Sommer non abbastanza pronto per ostacolare il destino che si stava compiendo. Nato a Nikši? in Montenegro il 12 maggio 2006, ha vissuto una notte indimenticabile dopo tanta attesa: “Deve continuare a pedalare” ha scherzato Tudor dopo il fischio finale, consapevole che il ragazzo non difetta certamente di talento, ma anche che per restare sulla cresta dell’onda serva continuità e anche un po’ di fortuna.
Adzic il predestinato
Già la scorsa estate, mentre la Juventus sognava di percorrere la via estetica che porta al risultato teorizzata da Thiago Motta, Adzic aveva iniziato ad attirare l’attenzione del mondo del calcio. A soli 18 anni, nel pieno del ritiro tedesco di Herzogenaurach, aveva affascinato il tecnico brasiliano con le sue movenze, la sua tecnica fine ed educata abbinata all’intensità tipica di chi è ancora giovane e scattante. Entrò subito in prima squadra, ma alcuni problemi fisici e le difficoltà vissute dalla Juventus la passata stagione lo relegarono in Serie C, con la Next Gen.
Nel frattempo non ha mai smesso di lavorare e di crederci, specialmente dopo l’arrivo di Tudor sulla panchina bianconera: “La scorsa stagione è stata molto importante per conoscere il calcio in Italia – è il bilancio di Adzic pochi minuti dopo il gol partita con l’Inter -. Io voglio dimostrare di poter giocare qui. Ora è importante stare con i piedi per terra e allenarmi bene. Voglio continuare così, perché ho lavorato tanto per questo momento”.
La svolta con l’arrivo di Tudor
Quando la stagione sembrava ormai compromessa, l’arrivo di Tudor ha regalato nuove speranze al centrocampista montenegrino. Il tecnico ha individuato subito le sue caratteristiche e il suo talento, tecnico e fisico. Bravo nella lettura del gioco, ha dei colpi “magici”, lo stesso aggettivo che ha più volte usato Vlahovic per raccontare il gol del suo amico, del suo compagno di spogliatoio: “Mi ha detto 50 volte magico. Lui e Kostic sono due grandi amici e voglio ringraziarli”.
Il più giovane marcatore del derby d’Italia
A 19 anni e 124 giorni è il più giovane marcatore del derby d’Italia, un segnale inequivocabile di quello che potrà essere domani la sua vita, la sua carriera, se tutto procederà per il verso giusto: “È già un sogno giocare nella Juve, figuriamoci far gol in una partita così importante. A chi mi ispiro? Messi e Zidane, io sono un centrocampista, e posso giocare sia in posizione avanzata, come trequartista, che più centrale”. E naturalmente anche fare gol, specialmente nella partita più importante della stagione della Juventus.