MILANO – Si può essere decisivi anche a 40 anni. Luka Modric li ha compiuti il 9 settembre, cinque giorni dopo ha acceso la luce a San Siro segnando il gol vittoria del Milan contro il Bologna. Un’altra partita in cui ha preso per mano il Diavolo, guidando i compagni con l’esempio: ha corso per 97 minuti, senza mai fermarsi o rinunciare a uno scatto. Così ha segnato la rete da tre punti: Luka ha iniziato l’azione che si è sviluppata sulla destra con Loftus-Cheek e Saelemaekers, l’ha seguita fin dentro l’area di rigore avversaria ed è stato premiato con un passaggio rasoterra che è stato bravo ad aggredire con il piatto del piede destro. È diventato così il centrocampista con l’età maggiore a segnare in serie A, il sesto giocatore capace di farlo a 40 anni dopo Ibrahimovic, Costacurta, Piola, Quagliarella e Vierchowod. “Ora spero che nessuno mi ricordi più l’età – ha detto Luka a fine gara partita – Saelemaekers mi ha dato una gran palla, è stato facile fare gol”.
Modric e il desiderio per i 40 anni
A Milanello il giorno del suo compleanno l’hanno celebrato con una piccola festa dopo l’allenamento: una torta con mirtilli e fragole, tante risate e il desiderio espresso di vincere un trofeo con la squadra per cui tifava da bambino. Contro il Bologna Modric si è preso San Siro e il Milan con la sua fame, la sua professionalità, la voglia di incidere nonostante la carta d’identità. Una partita totale, nella quale al gol ha aggiunto 37 passaggi positivi a fronte di 7 negativi, 4 contrasti vinti e 9 palloni recuperati. Nessuno tra i compagni ha fatto meglio. Numeri che evidenziano l’impatto che ha sul Diavolo. E la sua capacità di sacrificarsi. “Luka merita un applauso: è incredibile – ha detto Gabbia in sala stampa, a fine gara – Voi non avete la fortuna di conoscerlo, ma ha una grande umiltà, ha una voglia di lavorare e migliorarsi che spinge anche noi, vedendolo, a fare di più”. Questo è il segreto, guidare gli altri con l’esempio: se lo faccio io che ho 40 anni e un Pallone d’Oro in salotto, non puoi non farlo anche tu.
Il gesto per Gimenez
C’è un’altra fotografia della sua notte: quando Gimenez è stato richiamato in panchina, dopo aver sprecato un paio di occasioni importanti per raddoppiare, San Siro ha iniziato a mugugnare, c’era anche qualche fischio. È stato Modric a invitare lo stadio ad applaudire il messicano, che stava uscendo sconsolato. Piccoli gesti, da leader. Anche Allegri è conquistato dal croato. Fin da subito ha deciso di schierarlo da regista, per fargli guidare l’orchestra rossonera dalla cabina di comando. Neanche lui, però, si aspettava un giocatore così tirato fisicamente. “Abbiamo lottato come squadra, stiamo acquisendo fiducia e ci conosceremo ancora di più, miglioreremo e recupereremo gli infortunati. La cosa più importante è vincere, ora dobbiamo concentrarci sulla prossima partita”, ha detto Luka dopo il successo con il Bologna. È già proiettato alla prossima partita. L’età, per lui, è davvero solo un numero.