AMSTERDAM – All’Ajax Cristian Chivu è diventato grande come giocatore, mettendo la fascia di capitano al braccio a 21 anni. Contro l’Ajax esordirà questa sera come allenatore in Champions League, torneo in cui si mise in mostra ormai ventitré anni fa, nella scintillante squadra di ragazzini che si arrese al Milan nei quarti di finale. Questa sua Inter è invece vecchia: a Torino contro la Juventus l’età media al via era di 30 anni e cinque mesi. Eppure il momento di ringiovanire, per l’ex tecnico della primavera nerazzurra, non è ancora arrivato. «I ventenni in campo li avete già visti, anche se non sempre», ha detto l’allenatore, che fin qui i giovani acquistati in estate li ha impiegati col contagocce.
Chivu, fiducia a Sommer
Qualcosa in formazione cambierà, dopo la batosta dello Stadium, ma è convinto che a portarlo fuori dal guado di un avvio di stagione complicato saranno anzitutto i senatori dello spogliatoio. A partire da Yann Sommer, portiere trentaseienne che sabato sera contro i bianconeri ha probabilmente fatto peggio di tutti i suoi compagni. «Non ho mai parlato di un cambio in porta. Non è giusto mettere Sommer in piazza e tirargli i sassi. Non mi sembra bello dal punto di vista umano. Ha dimostrato il suo valore e non mi sento di cambiarlo perché lo chiede il popolo», ha detto Chivu, spegnendo così le voci che avrebbero voluto fra i pali Pepo Martínez: «Avrà la sua chance, ma ora Sommer va sostenuto, anche umanamente».
Lautaro non ce la fa
Se lo spagnolo ex Genoa dovrà aspettare, potrà invece vivere la sua notte da sogno davanti ai 56 mila della Johan Cruyff Arena uno fra Pio Esposito e (più probabile) Bonny, non per scelta tecnica ma perché Lautaro non è in condizione. Il capitano ha mal di schiena, si è allenato da solo, e se mai alla fine andrà in panchina lo farà soprattutto per dare morale ai compagni. È consapevole della delicatezza del momento, come lo è il suo allenatore.
Chivu non si fida dell’Ajax
Bilanciare con ottime prestazioni in Champions i momenti difficili in campionato è stata una delle specialità di Inzaghi nei suoi anni interisti. Chivu, che dal suo predecessore ha ereditato il modulo e per dieci undicesimi la formazione tipo, è chiamato a fare altrettanto. Il calendario lo aiuta. L’Ajax non è quello dei tempi in cui ci giocava lui. Il suo ex compagno John Heitinga, ora sulla panchina degli olandesi, dice una cosa vera quando sottolinea la siderale differenza di valore fra le due rose. E dovrà anche fare a meno di Steven Berghuis, classe 1991, veterano e trascinatore. Ma niente è facile, quando le cose non girano come dovrebbero. Chivu lo sa bene: «L’Ajax non è una vittima designata e lo ha dimostrato a livello internazionale. Il presente magari non è stato all’altezza, ma ha fatto quasi una finale di Champions con Ten Hag e prima ancora una finale di Europa League».