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Torino affondato, anche Baricco contro Cairo

La sconfitta dei granata (3-0 dall’Atalanta) acuisce una situazione tra tifosi e società sfociato in una marcia nella mattinata

Torino – Il popolo granata che scende un’altra volta in piazza per protestare. Il presidente Urbano Cairo che dribbla e non si presenta allo stadio. Il “suo” Torino che si affloscia e ne prende tre anche dall’Atalanta. Non è stata soltanto la grande giornata della Dea che, pur incompleta, ha maramaldeggiato 3-0, doppietta Krstovic e Sulemana, ritrovando Lookman. Quella di ieri è stata soprattutto la caporetto del Torino inteso come squadra e come società.

La marcia dei 5000 contro Cairo

Al mattino, infatti, nel mirino di oltre cinquemila tifosi è finito una volta di più Urbano Cairo, contestato da anni non tanto per i risultati, anonimi, quanto per il grigiore e l’aridità, senza slanci né cuore di una gestione così lontana dalla passione e dalla tradizione Toro.

Anche Baricco tra i contestatori

L’ambasciatore della protesta di ieri diventerà senza dubbio Alessandro Baricco: il grande scrittore, stavolta nei panni di tifoso granata, ha sfoggiato con orgoglio la casacca di Gianni Moschino, uno dei big granata anni Sessanta, colui che alzò al cielo la Coppa Italia edizione 1968. Poi, nel pomeriggio, Baricco ha postato sui social la foto con una bandiera che racconta più di mille parole: “Cairo vattene”. Giusto il tempo per il clic su Instagram ed ecco che il suo Torino in campo è evaporato di nuovo, ed è la seconda volta in quattro partite di campionato: 0-5 al debutto contro l’Inter, 0-3 ieri, quanto basta per trasmettere l’immagine di una fragilità inquietante. In campo, ma non solo.

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