Facciamo pace? Pubblicità. La lite del secolo (romanista) s’è consumata e si è interrotta così, con un brindisi. Sembrava la fine del mondo, è finita con uno spot. Amaro, ma anche amarezza. Insieme, sorridenti, foto, per la pubblicità. Dove non arriva la ragione, arriva il cachet.
La lite, il piccolo uomo e la città schierata
Spalletti era un “piccolo uomo” per l’allora moglie di Francesco Totti. Era il protagonista del libro autobiografia dell’ex capitano della Roma, era il sicario inviato dalla società, aveva un compito, doveva farlo smettere. Non era un favola, ma Spalletti era il cattivo. S’erano tanto odiati, almeno così sembrava.
La città era spaccata, i tifosi erano schierati, chi era con Totti, c’è solo un capitano, non deve smettere mai, chi con Spalletti, Totti ha 40 anni, ma quando vuole smettere?
Non la smisero. L’hanno fatta lunga. L’intervista alla Rai di Totti: chiedo rispetto. Spalletti lo caccia da Trigoria: sacrilegio.
La serie tv
I fischi dell’Olimpico nel giorno dell’addio di Totti. Ogni inquadratura a Spalletti erano offese.
Venne poi la serie tv e l’odio Totti-Spalletti esce dal Gra. Diventa di dominio pubblico. Il tecnico è sempre più il cattivo, o almeno è cattivo anche fuori da Roma, Totti la vittima.
I tifosi non la prendono bene
I tifosi romanisti non hanno preso benissimo questo riavvicinamento in tv: Ci avete preso in giro e rovinato la stagione, l’unico commento citabile.
C’era già stato un abbraccio e un incontro, teso, al Bambino Gesù. Ma era una giusta causa, si può recitare per beneficenza. C’era stata l’autobiografia di Spalletti dove Ilary diventa “una piccola donna”. facile dopo il divorzio. Adesso tra i due ex litiganti ci si mettono la pubblicità e i sorrisi. E riscoppia l’amicizia. Fino al prossimo spot.
