“La decisione di avanzare la richiesta di applicazione della pena, sospesa, priva di effetti civili e di sanzioni accessorie, senza riconoscimento di responsabilità, quindi coerente con la mia posizione di innocenza, è stata indubbiamente molto sofferta”. Andrea Agnelli spiega la richiesta patteggiare, insieme agli ex vertici della Juventus nell’ambito dell’inchiesta ‘Prisma’. Nell’udienza preliminare celebrata oggi al Tribunale di Roma, il gup Anna Maria Gavoni ha dato parere favorevole all’applicazione della pena su richiesta delle parti, tra gli altri, per Agnelli (un anno e otto mesi), l’ex dirigente sportivo Fabio Paratici e l’ex vicepresidente Pavel Nedved. Le pene sono tutte con sospensione condizionale.
Andrea Agnelli: “Convinto dell’opportunità della scelta”
“Ribadisco oggi il profondo rispetto per le Autorità competenti chiamate a valutare il mio operato, nella piena consapevolezza che le inchieste sportive e penali costituiscono sul piano personale, un capitolo molto gravoso, ma anche un utile spunto di analisi per il futuro – commenta ancora Agnelli -. Dopo aver a lungo riflettuto, sono però convinto dell’opportunità, considerando che questo procedimento penale, avviato ormai quasi quattro anni fa, si trova ancora nella fase iniziale dell’udienza preliminare e l’alternativa sarebbe stata un limbo destinato a trascinarsi ancora per moltissimo tempo. Avendone quindi oggi l’opportunità, ritengo giusto porre fine a questo lungo periodo nel pieno rispetto delle procedure”.
L’amore per la Juventus totale e immutato
“Il mio amore per la Juventus resta totale e immutato, così come il mio legame con l’Italia e, in particolare, con Torino, la mia città. Il mio impegno di investitore sul tema della transizione energetica prosegue grazie allo sviluppo del Fiee, Fondo Italiano per l’Efficienza Energetica, che opera da quasi dieci anni, sotto la guida di un management esperto. Con passione continuerò, inoltre, a dedicarmi al ruolo di Presidente dell’Irccs, Istituto di Candiolo – Fondazione Piemontese per l’Oncologia, un incarico che ricopro dal 2017 e che mi rende orgoglioso, grazie al lavoro di medici e ricercatori eccezionali che quotidianamente affrontano la lotta contro il cancro, fornendo al contempo le cure per oltre trentacinquemila pazienti all’anno. Infine, da oltre due anni ormai vivo ad Amsterdam città nella quale, con la mia famiglia, abbiamo scelto di stabilirci e dalla quale costruirò i miei progetti futuri”.