Questo sito contribuisce alla audience di
 

Chi è Ousmane Dembélé, il nuovo Pallone d’Oro

Talento cristallino, sbocciato a Rennes e maturato a Dortmund, grazie a Luis Enrique si è preso a Parigi la rivincita dopo aver vissuto a Barcellona 6 stagioni di alti e bassi, densi di critiche anche a causa dell’esorbitante cifra (145 milioni) spesa per acquistarlo

Con il Pallone d’Oro conquistato a 28 anni, Ousmane Dembélé si guadagna ufficialmente un posto per sempre nell’elìte del calcio mondiale. Il premio arriva a coronamento di una stagione fantastica in cui ha contribuito attivamente ai trionfi del Psg (Champions, campionato, Coppa e Supercoppa di Francia più Supercoppa europea) collezionando 35 gol e 16 assist in 53 partite. Titoli che, 9 anni dopo l’ultimo ricevuto (miglior giovane della Ligue 1 nel 2016, ndr) gli sono valsi anche i premi individuali di miglior giocatore della Champions, del campionato, della Supercoppa Uefa e della Supercoppa di Francia.

Un talento sbocciato nel Rennes

Eppure fino a poco tempo fa l’attaccante francese, soprannominato “Il Mosquito”, sembrava destinato a non riuscire a mantenere le promesse di quando era ragazzo. Nato a Vernon, da padre di origine senegalese e madre mauritana e cresciuto a Les Andelys, in Normandia, Dembelé si era messo in mostra nelle giovanili del Rennes fino a guadagnarsi un posto nella seconda squadra a 18 anni e poi in prima l’anno seguente.

Nel 2017 andò al Barcellona per 105 milioni più 40 di bonus

Le sue grandi doti di dribblatore, abbinate alla velocità e a un buon tiro avevano convinto il Borussia Dortmund a investire su di lui oltre 15 milioni nel 2016. La discreta stagione in Germania (10 gol in 50 partite) gli era valsa la chiamata del Barcellona che l’aveva portato in Spagna ad agosto 2017 per la cifra record di 105 milioni di euro più 40 di bonus: un prezzo che lo aveva fatto diventare allora il terzo acquisto più caro nella storia del calcio e il calciatore francese più costoso di sempre.

In blaugrana 6 stagioni di alti e bassiLe sue 6 stagioni in maglia blaugrana sono state un susseguirsi di alti e bassi. Campione del Mondo con la Francia nel 2018, in Catalogna ha alternato partite prodigiose a tante prove opache. In molti hanno criticato il suo stile di vita, poco professionale a causa del tanto tempo trascorso con i videogiochi e dei ritardi agli allenamenti. A questo si è aggiunto il grave infortunio al tendine del bicipite femorale della gamba destra che, nel 2020, lo ha tenuto fuori dai campi da gioco per 6 mesi. Ha faticato a ritrovarsi tanto da finire ai margini della rosa nella stagione seguente. Pur di rilanciarsi, nel 2022 ha accettato di decurtarsi lo stipendio prima di firmare il rinnovo con il Barcellona.

La consacrazione grazie a Luis EnriqueL’annata chiusa con appena 5 gol al termine della vittoriosa Liga ha indotto il club catalano a lasciarlo andare a Parigi per 50 milioni. In patria, pian piano Dembelé è rinato fino a sbocciare di nuovo grazie alla ritrovata fiducia di un tecnico come Luis Enrique che ha lavorato sugli schemi per farlo rendere al meglio. Un’operazione, dati alla mano, perfettamente riuscita.

Segui tutte le ultime notizie di sport

Next Post

Lamine Yamal secondo nella corsa al Pallone d'Oro. Ma resta il miglior giovane

Lun Set 22 , 2025
Il 18enne spagnolo si deve accontentare della piazza d'onore dietro a Dembelé e del secondo trofeo Kopa, premio destinato al miglior Under 21 al mondo. Il futuro resta nella sue mani. Vederlo alzare la coppa individuale più ambita sarà solo questione di tempo

Da leggere