Questo Napoli sembra condannato alla felicità. Si deprime nella fatica di vincere. Il ritorno in Italia gli offre la serata che possa tirarlo fuori dalle angosce di una sconfitta più fiscale che giusta, l’allenatore rifiuta anche l’opportunità di un turnover comodo per affrontare il Pisa neopromosso, ultimo con un solo punto; ma anche per una verifica delle risorse arrivate dal dispendioso mercato. Forse una impennata di orgoglio, l’ansia di affermare subito la sua credibilità nelle scelte conservative già alla quarta di campionato, chissà; si ripresenta un Napoli certamente inatteso riesaminando il primo temo spento, statuario nella celebrità dei suoi personaggi, indifferente all’atmosfera che creano gli immancabili 50mila di Fuorigrotta, ma caparbio nel possesso palla, cadenzato nei ritmi bassi.
Pochi allenatori sanno trasmettere il disappunto alla platea. Condividerne le momentanee delusioni. Non poteva soddisfarlo Elmas con uno straccio di gol annullato per un impercettibile fuorigioco, né quello indiscutibile di Gilmour, uno dei tre soli nuovi della formazione con Elmas e Meret. Che fosse contrariato, è certo. Perché Conte si lascia guidare dai suoi malumori riattivando due degli inossidabili motori di centrocampo, Lobotka e Anguissa, sperando che una scossa a onda lunga tocchi anche gli altri due elementi del quartetto, i poco attivi De Bruyne che rientra troppo per cercare un ruolo in commedia e McTominay smarrito tra i languori di un’estate che se ne va. Che strano questo Napoli, si fa amare quando perde in Champions ed esita a rimettersi contro gli ultimi della serie A italiana. Ma che fortunato questo Napoli, va detto, con i 50mila che lo sostengono sempre, anche dopo il momentaneo pareggio del Pisa. E quando è stata messa in dubbio quella fuga, poi finalmente avviata.
In una fase cruciale della partita e del campionato, quando tutto sembra ribaltarsi in un ostile disegno contro il Napoli, si rivelano due elementi di granitico sostegno: il pubblico, pronto ad alzare volumi e ritmo e Spinazzola, uomo senza limiti né paura. Segna mentre sembrava rassegnato a lasciare il posto a Lang. Ma il Napoli è grande se ritrova se stesso. Lobotka e Anguissa entrano con le chiavi giuste. Lo sono pure quelle di Lucca, che finalmente esce dall’anonimato arrotondando la vittoria. La fuga c’è, niente rimorsi. I punti anche. Ma rimangono intatti i dilemmi. De Bruyne e McTominay non sono i giganti che l’estate annunciava, né torna ad esserlo la difesa. Barcolla nel finale. È esagerato riflettere sulla condizione? Se ne parla da molto tempo, ma le soluzioni più facili sono quelle più spesso respinte. Napoli incanta quando parla e promette in settimana. In partita balbetta.