Tra il Napoli e la Juventus, rispettivamente primo e seconda in classifica dopo 360’ di campionato — con gli azzurri più avanti di 2 punti — è spuntato in modo inatteso e contestato un terzo incomodo: l’arbitro. La situazione sembra essere infatti già sfuggita di mano ai direttori di gara. E letteralmente: perché proprio i falli di mano di sabato scorso al Bentegodi e lunedì sera al Maradona rischiano di condizionare fin dall’inizio l’acerba corsa per lo scudetto, tant’è che ad ammetterlo sono stati a freddo gli arbitri stessi.
Rocchi: “Potevamo fare meglio”
In primis il designatore Gianluca Rocchi, che si è cosparso pubblicamente il capo di cenere in tv, a Open Var su Dazn, facendo autocritica per i tre errori a suo giudizio più gravi commessi dalla sua “squadra” durante la quarta giornata: «Potevamo oggettivamente fare molto meglio». E colpisce di più che a essere coinvolte nelle disavventure degli uomini col fischietto siano state stavolta l’inseguitrice (danneggiata) e la capolista, che invece a giudizio di Rocchi è stata involontariamente favorita: «Il rigore contro la Juve non c’era, mentre bisognava darne un altro contro il Napoli».
La mancata espulsione di Orban
È troppo presto per fare conti e togliere o aggiungere punti, ovvio. E alla fine si dice che torti e favori si compensano sempre. L’ammissione di colpa degli arbitri solleva però ancora di più il caso. Rocchi non ha giustificato le proteste di Tudor, che al Bentegodi era arrivato a urlare «vergogna» dopo i torti subiti contro il Verona («Bisogna usare termini più corretti, agli allenatori chiedo maggiore collaborazione»), ma a tutti gli effetti ha legittimato le proteste da parte del tecnico della Juventus: «Tudor nella sostanza ha anche ragione», ha infatti ammesso. Anche perché a danneggiare i bianconeri non era stato solo il rigore dell’1-1 definitivo, ma anche la mancata espulsione dell’attaccante gialloblù Orban, colpevole di aver colpito con una gomitata al volto Gatti: «Al Var hanno liquidato l’episodio troppo velocemente, il fallo era da cartellino rosso», ci ha tenuto di nuovo a chiarire il designatore.
Crezzini e il pasticcio in Napoli-Pisa
Al contrario, nel posticipo contro il Pisa, è andata bene a Conte. Il Maradona ha assistito infatti a una scena surreale per un cervellotico intervento del Var, con il giovane arbitro Crezzini (alla terza designazione in serie A) richiamato al monitor dal più esperto Mazzoleni per rivedere un pestone di De Bruyne su Leris in area, preceduto però da un fortuito tocco di mano dello stesso centrocampista dei toscani. Mentre tutti si aspettavano un calcio di rigore, quindi, il direttore di gara ha dovuto faticosamente ricostruire al microfono gli eventi, chiudendo la bizzarra revisione con una banalissima punizione fischiata contro la squadra in attacco. Un’interruzione fiume per valutare un episodio e giudicarne alla fine un altro, in sintesi. Con l’aggravante che la decisione presa è stata sbagliata, secondo Rocchi. «Il fallo di mano di Leris non era punibile», la sentenza postuma del designatore. Quindi, bisognava dare il rigore al Pisa.
La pressione al monitor
Ma più degli errori, dalla 4ª giornata di campionato degli arbitri, emerge un atteggiamento molto evidente e fuorviante, ascoltando gli audio della sala Var trasmessi da Dazn: la pressione eccessiva di chi è davanti al video nei confronti di chi è invece in campo. Un modo di fare già riscontrato pure nell’altro grave errore di questo inizio di stagione: il rigore tolto al Milan con il Bologna. Sembra quasi che il Var voglia dirigere dalla tv, indirizzando le scelte del collega in campo. Complice, come nel caso del Maradona, il maggior bagaglio di esperienza di Mazzoleni rispetto al giovane Crezzini, esposto a un errore e a una brutta figura.