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“AG4IN”, cento minuti di emozioni: il film sul quarto scudetto è nelle sale di tutta l’Italia

Un racconto per immagini da vivere tutto d’un fiato. La trama ha tutto: un inizio difficile, le prime vittorie, l’addio di Kvaratskhelia e un finale da brividi

Emozioni all’ennesima potenza e – perché no – un pizzico di emozione per chi ha il Napoli nel cuore. AG4IN – uscito ieri in tutta Italia al cinema – è il racconto da vivere tutto d’un fiato della cavalcata azzurra verso il quarto tricolore. La trama ha tutto: un inizio difficile (il 3-0 contro l’Hellas Verona al Bentegodi all’esordio), le prime vittorie, l’addio di Kvaratskhelia (“Ero obbligato dall’articolo 17”, spiega De Laurentiis) e un finale da brividi che premia il Napoli e lascia l’Inter con l’amaro in bocca.

Cento minuti in cui il Napoli e la città vivono a braccetto. Respirano all’unisono la voglia di tornare grandi sposando la cultura del lavoro di Antonio Conte. L’allenatore è il filo conduttore della storia, con i giocatori. C’è anche un altro piano narrativo, quello affidato al giovane attore Antonio Guerra (ha recitato in Napoli-New York di Gabriele Salvatores). Il suo ruolo è quello del tifoso innamorato dell’azzurro: il suo è un percorso di crescita. Il Napoli è senso di appartenenza: riceve dal padre la vecchia sciarpa in lanetta (“Ha vissuto gioie e dolori”), testimonianza di un amore che si tramanda in una Napoli lontana dal vecchio cliché. Questa lavora e tifa. Sostiene allo stadio e aspetta prima di esplodere di gioia. È una fotografia moderna, la stessa adottata nei tanti video del marketing, che conquista il mondo con la parata conclusiva al Lungomare Caracciolo, una festa inclusiva ma allo stesso tempo ordinata nella sua bellezza. È Pino Daniele con il suo inedito postumo Again, diventato AG4IN per lo scudetto – la regia è di Giuseppe Marco Albano, il produttore esecutivo è Giuseppe De Muro – ad accompagnare la corsa attraverso immagini e momenti inediti. Ci sono i discorsi del capitano Giovanni Di Lorenzo, ma soprattutto le parole di Antonio Conte, che non ha chiesto di tagliare alcuna scena. Si comincia con la presentazione a Palazzo Reale, poi la fatica dei ritiri con le serate al karaoke per stemperarla. Cantano i nuovi, canta Lele Oriali: si cimenta in “Una vita da mediano”, il successo di Ligabue ispirato proprio alla sua tempra da centrocampista infaticabile. Ora è l’ombra di Conte, ma dopo il ko col Como – l’apice della crisi di febbraio – Lele entra a gamba tesa sul gruppo: «Siamo rimasti negli spogliatoi e questo succede da un po’ di tempo. Dobbiamo dare l’anima». Il Napoli volta pagina e il crescendo di Conte è rossiniano. Celebre il discorso prima dell’1-1 con l’Inter, switch decisivo allo spogliatoio: «Pensano di essere più forti, forse lo sono, ma non stasera e non in casa nostra». C’è anche Maradona. Conte saluta la sua statua – col piede in oro negli spogliatoi – prima di andare in campo. Il resto è adrenalina pura: lo 0-0 di Parma e la doppietta di Pedro in Inter-Lazio. Col Cagliari ci pensano McTominay e Lukaku che poi festeggia in lacrime lo scudetto. È venerdì 23 maggio. Il Napoli è campione d’Italia. AG4IN.

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