MILANO – Lunedì Inter e Milan sapranno se potranno restare a Milano, e costruire nell’area di San Siro il loro nuovo stadio. Quel giorno, infatti, ci sarà il voto decisivo del Consiglio comunale sulla delibera per la vendita ai club del Meazza, che verrebbe poi in gran parte abbattuto e sostituito da un altro impianto. Ma il sì è a un passo. Ieri sera, alla fine della seduta, è stato superato lo scoglio del numero legale, l’obbligo di 25 consiglieri per approvare il testo. Quindi lunedì si voterà in seconda convocazione e ne basteranno 15 presenti in aula: per il sì definitivo, servirà avere un voto in più a favore rispetto ai no.
Due gli indecisi nella maggioranza
Potrebbero passare anche alcuni emendamenti, finora mai presi in considerazione dalla maggioranza, sul rafforzamento del ruolo del Consiglio sulla destinazione delle risorse derivanti dalla vendita dello stadio e sull’irrobustimento dei controlli antimafia, dopo l’allarme lanciato ieri da Nando Dalla Chiesa, presidente del Comitato Legalità. Nel fine settimana si conteranno i voti: due gli indecisi nella maggioranza.
Abodi annuncia il commissario
Dovesse essere nuovo stadio, i tempi per la realizzazione potrebbero essere più snelli del previsto. Ieri, da Venezia, il ministro per lo sport Abodi ha risposto al presidente della Lega serie A Simonelli, che in un’intervista a Repubblica aveva chiesto notizie sulla nomina di un commissario per gli stadi: “A giugno ho fatto un decreto, a inizio agosto è stato convertito e domani (oggi, ndr) indicheremo il commissario”. Una buona notizia.
Ad aprire la giornata ieri l’intervento del sindaco di Milano, Beppe Sala, che ha ricordato al Consiglio come, in caso di bocciatura della delibera di vendita, «Milan e Inter si muoverebbero con rapidità verso un’altra situazione». Una prospettiva realistica. Le due società hanno hanno già individuato aree alternative, fuori dal Comune, dove portare i propri stadi. O il proprio stadio, nel caso decidessero di continuare a condividere un solo impianto.
Il Milan tiene in piedi San Donato
Il club rossonero, tramite la società Sportlifecity-Milan, nel febbraio 2024 ha acquisito per 55 milioni un terreno a San Donato. Lo scorso luglio l’ipotesi è stata congelata (con l’idea di creare una cittadella dello sport per le giovanili rossonere), ma se a Milano dovesse prevalere il fronte del “no”, il Milan farebbe passi concreti con il Comune della cintura: voto e firma in giunta a San Donato sulla convenzione tra amministrazione locale e squadra, poi la riattivazione del dossier, messo in stand-by per aspettare San Siro.
Inter, scaduta l’opzione per Rozzano
L’Inter ha invece opzionato un terreno a Rozzano. «Seguo con interesse la vicenda, sono interista», ha detto il sindaco Ferretti De Luca. Una circostanza che può forse aiutare un eventuale progetto, ma di certo non basta per metterlo in cantiere: l’opzione dei nerazzurri sull’area, di proprietà della famiglia di immobiliaristi Cabassi, è scaduta lo scorso gennaio. E il terreno è entrato nelle mire di chi, nella periferia meridionale di Milano, vuole creare un distretto dei data center. Non è fantascienza immaginare che, senza San Siro, il Milan a San Donato possa ospitare anche i cugini nerazzurri.