Roma – Non si costruisce in cinque giornate, la Roma di Gasperini. Anche se i risultati continuano a contraddire questa sensazione: un’altra vittoria (2-0 al Verona, in gol Dovbyk e Soulé), che vale momentaneamente la vetta della classifica di Serie A, coabitata dal Napoli, stasera impegnato contro il Milan. La settimana full-time della Roma, cominciata vincendo il derby e poi la prima di Europa League contro il Nizza, si chiude nel migliore dei modi. Ma i gesti del tecnico giallorosso, one man show tra urla e mani nei capelli, rendono bene l’idea: non è ancora padrone della sua creatura.
«La cronaca della gara»
L’attacco fatica e la difesa mostra le prime crepe
Non solo perché l’attacco fatica terribilmente a concretizzare occasioni (le statistiche della partita, in questo senso, pendono a favore del Verona), ma soprattutto perché la difesa mostra i primi segni di cedimento. Oltre ai marcatori – Dovbyk protagonista ritrovato e Soulé vera certezza – la stella del pomeriggio dell’Olimpico è ancora Svilar: il portiere ci ha messo la faccia, letteralmente. Sulla guancia ha stampato il pallone calciato da Orban, che – a tu per tu lui nel primo tempo – ha centrato in pieno il suo volto, guantone d’emergenza per l’occasione. L’attaccante nigeriano del Verona ci ha riprovato poco dopo, guastando – ancora una volta – le speranze del tecnico Zanetti, che in panchina s’è disperato quando lo ha visto sbagliare davanti la porta la migliore occasione della partita: Orban ha preso in pieno la traversa da posizione molto ravvicinata con la porta spalancata.
Errori in serie degli attaccanti del Verona
È questo il canovaccio del pomeriggio, anche nel secondo tempo, quando il collega di reparto Giovane ha depositato in curva l’altro pallone della speranza veronese. Per non farsi mancare nulla, Orban si è visto pure annullare un gol (tocco di mano) in chiusura di partita, quando la Roma era ormai certa del risultato, ma insicura sul campo. Proprio in quella fase di gara che Gasperini avrebbe voluto governare a suo piacimento e che già una settimana fa, durante il derby, aveva palesato diversi campanelli d’allarme. Quello del tecnico è, per l’ennesima volta, un sorriso pallido, forzato dai risultati ma insoddisfatto delle prestazioni dei suoi. Non tutti, certo. Anche perché finalmente Dovbyk (“è in crescita”, lo aveva caricato l’allenatore che invece due settimane fa, contro il Torino, aveva spiegato di non volerlo schierare) ha risposto presente.
Dovbyk, gol e sorriso
L’ucraino ha ritrovato il gol e il sorriso – il suo brilla, rispetto a quello di Gasp – infilzando i pali di Montipò di testa, sette minuti dopo il fischio d’inizio. A infiocchettargli la palla del vantaggio, nell’inedito ruolo di assistman, c’è il braccetto Celik. Per il resto della partita, la Roma non punge, anzi temporeggia. Una strategia efficace solo perché il Verona non è in grado di far male. Così Soulé, a un quarto d’ora dalla fine, non perde occasione di esercitare il suo mancino, punendo ancora Montipò. Poco dopo un altro errore offensivo: El Shaarawy sbaglia davanti al portiere, facendo storcere il naso a Gasperini, che intanto si gusta il sapore dolceamaro di una vetta inaspettata.
Roma-Verona 2-0 (1-0)
Roma (3-4-2-1): Svilar 7.5 – Celik 6.5, Mancini 6, Ndicka 6.5 (25’ st Ziolkowski 5.5) – Wesley 5.5 (15’ st Hermoso 6), Koné 6, Cristante 6, Angelino 6 (15’ st Tsimikas 5.5) – Pellegrini 6.5, Soulé 6.5 (37’ st El Shaarawy sv) – Dovbyk 7 (15’ st Ferguson 5.5). All. Gasperini 6.5
Verona (3-5-2): Montipò 6 – Nunez 5.5 (39’ st Bella-Kotchap sv), Nelsson 5, Frese 6 – Belghali 6, Serdar 5.5, Akpa Akpro 5 (1’st Gagliardini 5.5), Bernede 5.5 (44’ st Kastanos sv), Bradaric 5.5 (39’ st Cham sv) – Giovane 6 (29’ st Sarr sv), Orban 5. All. Zanetti 6
Arbitro Feliciani 6
Reti: 7’ pt Dovbyk, 34’ st Soulé
Note: ammoniti Akpa Akpro, Nunez, Gagliardini, Belghali.
Spettatori 62.334