La considerazione è scontata, nella sua elementare aderenza ai fatti: il Milan è da scudetto o quasi, non è favorito per vincerlo ma lotterà per farlo, perché Allegri ha restituito in fretta ai rossoneri il senso per l’ambizione. Era ciò che a Milanello mancava e che pochi allenatori al mondo avrebbero potuto introdurre in così poco tempo: Max è uno di quelli, come lo è stato un anno fa Conte a Napoli. A 12 punti c’è anche la Roma che però ha ancora bisogno di riscontri, perché Gasp ha avuto un calendario decisamente agevole e troppe partite le ha vinte con l’acqua alla gola.
Allegri sa sfruttare al meglio la rosa del Milan
Per il Milan il discorso è diverso: la rosa ha molti difetti, però Allegri ha capito in fretta come ricavarne il meglio (la difesa a tre, la posizione di Pulisic, la verticalità ricercata) e inoltre si può far scudo della personalità di Modric e Rabiot (oltre che di Pulisic stesso) e su questo piano ha pochi rivali. La Roma non ne ha altrettanta e men che meno la Juve, che pure sta appena un punto sotto.
Finora il miglior big match della stagione
Il confronto diretto di San Siro ci ha restituito una partita di alto livello, sicuramente superiore di quello dell’altro big match di stagione: Juventus-Inter 4-3 è stato più che altro un campionario di errori e un’ammissione di vulnerabilità, mentre tra Milan e Napoli è stato un confronto tra grandezze, a cominciare da quelle di Modric e De Bruyne (il croato meglio del belga, ieri e in tutte queste prime giornate) fino ad arrivare ad Allegri e Conte, naturalmente.
La differenza tra fare e non fare la Champions
La differenza tra il fare e non fare la Champions s’è vista subito, perché alla fine la scelta di affidarsi all’esordiente Marianucci, che non è in lista Uefa, invece che a Beukema, che mercoledì contro lo Sporting dovrà coprire le assenze di Buongiorno e Rrahmani (mancherà anche Di Lorenzo), non sarebbe stata fatta senza le coppe di mezzo ed è risultata dirimente. Allegri ha un vantaggio, che due anni fa alla Juve non seppe sfruttare e da cui invece la stagione passata Conte ha ricavato il massimo: essendo una persona di intelligenza fine, avrà imparato da sé e dagli altri. Domenica c’è Juventus-Milan, che va considerata la verifica definitiva della competitività rossonera. Allegri avrà una settimana per lavorarci su, Tudor, che ha già dimostrato di non saper gestire benissimo le partite ravvicinate, la spezzerà con la trasferta di Villarreal: se il calendario dà una mano, guai a non stringergliela.