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Ahanor e Camarda, i nostri minorenni d’oro: i giovani italiani hanno smesso di aspettare

L’ultima giornata di campionato ha portato alla ribalta i diciassettenni di Atalanta e Lecce, ma è dall’estate che c’è molto interesse per i ragazzi azzurri, anche all’estero. Ma sono quasi tutti difensori…

TORINO – Eppure qualcosa si sta muovendo, se due italiani minorenni sono stati protagonisti nell’ultima giornata di Serie A, il campionato dove fino a non troppo tempo fa veniva considerato giovane, inesperto e in definitiva inaffidabile chiunque avesse meno di 22-23 anni. Ci stiamo però piano piano, e finalmente adeguando agli standard europei, e quindi prendiamo come un segnale di svolta la buona domenica di Francesco Camarda e il suo primo gol da adulto di 17 anni.

Francesco Camarda, il predestinato

Stiamo in ogni caso parlando di un predestinato, visto che il centravanti del Lecce in prestito dal Milan ha debuttato in prima squadra, con Pioli allenatore, ad appena 15 anni, ed è da allora che il calcio tricolore ne aspetta l’esplosione definitiva, vista la carenza di numeri 9 che perdura da un’eternità. In confronto il ventenne Pio Esposito sembra già un veterano, ma anche il suo battesimo del gol, sabato a Cagliari, ha un suo significato. L’interista ha fatto un percorso diverso, l’hanno mandato in Serie B a farsi le ossa e l’esperienza biennale a La Spezia è servita molto.

Ahanor all’Atalanta, un gioiello da 18 milioni

L’altro minorenne in vetrina è Honest Ahanor, migliore in campo nel pareggio di sabato tra Juventus e Atalanta. Il difensore nerazzurro non ha la fama né le aspettative che da già da un paio d’anni accompagnano Camarda, ma sulle sue prospettive di carriera non ci sono dubbi: nel Genoa, Gilardino lo ha fatto esordire, da titolare, giusto un anno fa e giusto contro la Juve, anche se poi durante l’annata ha raccolto soltanto un pugno di presenze (e un quasi gol al Maradona, dove ha propiziato l’autorete di Meret), più che altro per colpa di un serio infortunio al ginocchio che lo ha tolto di mezzo per quasi cinque mesi. Nonostante questo, l’Atalanta non ha esitato a investire su di lui direttamente 18 milioni, a pensarci bene un’enormità, però a Bergamo l’hanno considerato un investimento sicuro. Mai nessun club italiano aveva speso così tanto per un minorenne, ma il record appartiene al sedicenne Pellegri, passato dal Genoa a Monaco per 20 milioni nel 2017.

Le caratteristiche di Ahanor, il modello è Maldini

Juric ha lanciato Ahanor nella quarta giornata contro il Torino, mandandolo in campo al posto dell’infortunato Hien, e contro la Juve lo ha messo titolare. Nato terzino sinistro (si ispira a Maldini, non è un’eresia azzardare che un poco gli somigli), con Gilardino ha fatto l’esterno a tutta fascia ma all’Atalanta sta giocando da marcatore sul centro-sinistra. Ha tutto: potenza, senso dell’anticipo, tecnica, velocità, tempismo e una capacità notevole di trasformare l’azione da difensiva a offensiva. Nelle giovanili ha dimostrato di avere anche buona confidenza con il gol e a livello di personalità sembra già un adulto maturo.

Ahanor, nigeriano di Aversa cresciuto a Genova

Ahanor è nato ad Aversa da genitori nigeriani, che si sono poi trasferiti a Genova quando lui era piccolissimo: è entrato nel settore giovanile del Genoa ad appena 8 anni, salendo un gradino dopo l’altro e spesso giocando con ragazzini di uno o due anni più grandi. Non hai mai vestito l’azzurro perché non ha ancora la nazionalità italiana (la otterrà a febbraio, quando diventerà maggiorenne) ma, pur risultando eleggibile anche la Nigeria, ha già chiarito di non avere dubbi: “Mi sento italiano al cento per cento”.

Palma, il “tedesco” dell’Udinese

C’è un altro minorenne che ha già esordito in questo campionato, Matteo Palma, difensore dell’Udinese che però è italiano soltanto a metà: dopo aver vestito l’azzurro nell’Under 15, ha poi frequentato le nazionali giovanili della Germania, visto che è nato a Berlino da padre italiano e madre camerunense ed è cresciuto nell’Hertha. Siamo però ancora in tempo a fargli cambiare idea.

Da Ruggeri a Coppola, anche all’estero investono sui nostri giovani

In generale c’è un bel fermento attorno ai giovani talenti italiani: molti elementi del ciclo dell’Under 21 che si è chiuso con l’ultimo Europeo e un paio del prossimo, Marianucci e lo sfortunatissimo Leoni, sono stati contesi sul mercato a suon di milioni e molti hanno fatto un bel salto di qualità, attirando attenzioni anche all’estero come lo stesso Leoni, Coppola, Ruggeri e Savona, mentre in Italia si sono spostati Bertola, Ghilardi, Fazzini, Ricci. A parte questi ultimi due, sono tutti difensori: stiamo ricominciando dalle basi, dalla nostra specialità, nella speranza che Camarda stia aprendo un nuovo fronte, perché senza un ragazzo che faccia i gol non andremo da nessuna parte.

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