Roma – All’Olimpico la sfida tra i presidenti più contestati d’Italia, forse d’Europa, finisce con un giusto pareggio (pirotecnico 3-3) alla fine di un partita piena di colpi di scena tra due squadre in difficoltà, anche se per ragioni diverse. “Lotito vattene” e “Libera la Lazio” gli striscioni della nord contro Lotito, cori contro Cairo nel settore ospiti del Toro. In campo, il punto non serve a nessuno: potrebbe non bastare a Baroni, ex della giornata, per salvare la panchina granata (pronto De Rossi), mentre Sarri deve approfittare della sosta per recuperare almeno qualcuno dei tanti, troppi infortunati e indisponibili. Incredibile il finale: al 93′ gol del 3-2 di Coco di testa su angolo, sembra fatta per il Toro, invece al 96′ Dembelé nella propria area si addormenta sul pallone. Noslin glielo soffia, Coco – proprio lui – lo stende e l’arbitro, dopo un lungo controllo al Var, concede il netto rigore. Lo trasforma il glaciale Cataldi al minuto numero 103, addirittura, l’ultimo della partita. Emozioni a non finire, ma troppi errori e caos da una parte e dall’altra.
«La cronaca della gara»
Si scatena Cancellieri
La Lazio di Sarri si è presentata con il 4-2-3-1, il modulo che utilizzava lo scorso anno Baroni con i biancocelesti. Il tecnico fiorentino invece ha schierato i suoi con un 3-5-2 che fino al 24′ del primo tempo ha funzionato alla grande: un gol al 16′ – Simeone ha colpito di nuovo all’Olimpico, come contro la Roma, e nella stessa porta, sotto la curva Nord – e una superiorità evidente a centrocampo, dove Cataldi e Basic faticavano maledettamente contro Casadei, l’ispirato Asllani e Vlasic nella posizione di mezzala sinistra. Però poi in quel minuto, dal 23′ al 24′, succede qualcosa che cambia la partita: Pedro consegna una palla-gol clamorosa a Ngonge con un retropassaggio scellerato, Provedel fa il miracolo e sul contropiede Cancellieri dai 16 metri piega le mani a Israel con un sinistro potentissimo. Sull’onda dell’entusiasmo, la Lazio sfiora il raddoppio con Cataldi e Dia, ma il 2-1 arriva lo stesso, al 40′, ancora con Cancellieri, scatenato. Lanciato sulla destra da una bella idea di Basic, l’esterno romano si porta il pallone con il tacco sull’adorato sinistro e supera di nuovo Israel.
La difesa del Torino fa acqua
Particolare la storia di Matteo Cancellieri, 23 anni, tornato alla Lazio dopo il prestito al Parma e rimasto in biancoceleste solo per il famoso blocco totale del mercato estivo: era destinato a un nuovo prestito oppure alla cessione definitiva, invece l’impossibilità di fare acquisti lo ha trattenuto a Formello. Non solo: l’ala destra titolare, Isaksen, è stata bloccata per tanto tempo dalla mononucleosi, è ancora fuori forma e allora Sarri ha dato fiducia dall’inizio del campionato a Cancellieri, a segno contro il Genoa lunedì scorso prima di questa formidabile doppietta al Torino. Dall’altra parte, assurdo che la squadra di Baroni, meritatamente in vantaggio, si sia fatta sorprendere in contropiede: è il problema della fase difensiva granata, non a caso la formazione che ha incassato più gol dell’intera Serie A. Sarri invece è arrabbiato per i troppi infortuni: addirittura 8 gli indisponibili, compreso lo squalificato Guendouzi. A Formello è in corso un approfondimento serio sulla questione, sembra che parte della responsabilità sia dei campi del centro sportivo, durissimi dopo recenti rizollature. Ma in questi casi, si sa, trovare il colpevole è sempre complicatissimo. Zaccagni l’ultimo a essere finito in infermeria: sospetto stiramento agli adduttori per l’attaccante, che rischia 20 giorni di stop: al suo posto, il ct Gattuso ha chiamato Piccoli. Guai muscolari hanno colpito in serie anche Patric, Vecino, Lazzari, Dele-Bashiru e Marusic. Più Rovella, ancora alle prese con la pubalgia. Sembra che davvero Lotito sia intenzionato a far benedire la squadra da un prete suo amico, come già successo in altre occasioni. Mah.
Finale pirotecnico
Nella ripresa, subito un coro della Nord biancoceleste per l’ex tecnico Baroni: preso dalla partita, l’allenatore del Torino non se ne accorge neanche. Nel primo tempo, la curva laziale aveva pesantemente contestato, di nuovo, il presidente Lotito. Al 66′ si rivede Isaksen, che aveva giocato solo pochi minuti con il Sassuolo, al posto di Pedro, con Cancellieri che si sposta a sinistra; esce anche Basic, applaudito dai laziali – era un esubero fuori dalla lista Serie A, è diventato un titolare – ed entra Belahyane. Nel Toro, dentro Nkounkou per un deludente Lazaro. Al 70′ Baroni rilancia Adams. Ed è proprio lui al 73′ a sfruttare un cross dalla sinistra di Nkounkou per il 2-2 con un destro in area imprendibile per Provedel. Primo gol in campionato per lo scozzese, mentre Simeone è al secondo. All’86’ occasione per Castellanos, che di testa costringe Israel a una grande parata. Al 92′ intervento prodigioso di Provedel su Adams, ma sul calcio d’angolo successivo, al 93′, il gol di Coco su assist di Masina per il 3-2. Poi al 96′ il rigore su Noslin e Cataldi firma il 3-3 alla fine di questa partita-romanzo.
Lazio-Torino 3-3 (2-1)Lazio (4-2-3-1) Provedel 5.5 – Hysaj 5.5, Gila 5.5, Romagnoli 6, Tavares 5.5 (45′ st Lazzari sv) – Cataldi 7, Basic 6.5 (22′ st Belahyane 6) – Cancellieri 8, Dia 4.5 (36′ st Noslin 7), Pedro 6 (21′ st Isaksen 5.5) – Castellanos 5. All: Sarri 6Torino (3-5-2): Israel 5.5 – Tameze 6, (25′ st Masina 6.5), Coco 6.5, Maripan 6.5 – Pedersen 6.5 (34′ st Dembele 4), Casadei 6, Asllani 6, Vlasic 5.5 (25′ st Adams 7), Lazaro 5 (18′ st Nkounkou 7) – Ngonge 5.5, Simeone 6.5 (34′ st Gineitis sv). All. Baroni 6Arbitro: Piccinini di Forlì 4.5
Reti: nel pt 16′ Simeone, 24′ e 40′ Cancellieri, nel st 28′ Adams, 48′ Coco, 58′ Cataldi su rigore
Angoli: 5-3 per il Torino
Recupero: 1′ e 13′
Ammoniti: Asslani, Romagnoli, Casadei, Castellanos, Maripan per gioco scorretto, Cataldi per proteste.