Questo sito contribuisce alla audience di
 

David, cosa succede? Un solo gol e tanti errori, i motivi della crisi dell’attaccante della Juve

Il canadese patisce le marcature strette e non era preparato alla concorrenza di Openda e Vlahovic. Ma per Tudor il più affidabile dei tre centravanti resta lui

TORINO – Iceman s’è sciolto o al massimo pattina, come se il ghiaccio non fosse più l’ambiente gelido del suo sesto senso per il gol ma il terreno scivoloso sotto i suoi piedi: il modo in cui domenica sera in Juve-Milan è cascato per terra in, perdendo l’equilibrio nel tentativo di stoppare un comodo pallone, è diventato l’immagine emblematica dei primi due mesi italiani dell’acquisto più prestigioso della nostra serie A, eccetto i veterani Modric e De Bruyne.

David, il mistero di un bomber implacabile

Cosa diavolo stia succedendo a Jonathan David, bomber implacabile fin da quando, maggiorenne da pochi giorni, si è affacciato nel calcio europeo, è difficile comprendere. Il giocatore che stiamo vedendo non è il giocatore che è, che è sempre stato, che nei due anni di Belgio e cinque di Francia ha marciato regolarmente alla media di un gol ogni due partite, passo tenuto anche in Champions. Lo chiamano Iceman per la sua freddezza sotto porta, perché non perde mai il controllo, per la sua gelida lucidità quando deve destreggiarsi in area. Non ha una tecnica particolarmente raffinata né doti fisiche spiccate, però è tutta la vita che se tira centra la porta, che se ha un’occasione da rete non la sbaglia. Ma da quando è alla Juventus, boh. A Marassi ha sbagliato un tap in da un metro, a Vila-Real ha lisciato un pallone a porta vuota, contro il Milan è ruzzolato come se avesse dei pattini e non sapesse pattinare: la gente bianconera per il momento ha in mente questo e si interroga smarrita. Tutti hanno già dimenticato il gol inaugurale al Parma, un rapace anticipo sul difensore (Circati), perfetto per coordinazione e scelta di tempo: Iceman è sempre stato quello lì, ma da quel momento non lo è stato più.

L’adattamento difficile di David al calcio italiano

David sta pagando due cose: l’adattamento al campionato italiano e una situazione non prevista, l’affollamento di centravanti in una squadra che ne prevede uno solo (ed era previsto che fosse lui). Per quanto riguarda il primo aspetto, nelle partite iniziali il canadese ha sofferto le marcature più strette che ci sono da noi. “Ha fatto un corso accelerato di calcio italiano”, disse Tudor dopo l’amichevole di Bergamo con l’Atalanta, quando David venne tallonato sempre e ovunque da Hien e fece una gran fatica a giocare un solo pallone. Però segnò, freddamente, da opportunista. Il disagio di giocare spalle alla porta con un difensore addosso, mentre a Lille si muoveva più spesso sulla profondità, lo ha avvertito in tutta la fase iniziale della stagione, ma si trattava soltanto di adattamento, per l’appunto. Anche con il Parma aveva faticato nel gioco, ma inciso in area.

Si aspettava Kolo Muani, si è trovato con altri due centravanti

Però poi il mercato ha chiuso, Vlahovic è rimasto (ed entrando dalla panchina al posto suo, si è messo a segnare), è arrivato anche Openda e David ha perso il posto e soprattutto sicurezze: con l’Inter ha cominciato a conoscere la panchina, con il Borussia ha giocato titolare ma da trequartista, che non è il suo mestiere, contro l’Atalanta non ha messo piedi in campo neanche per un minuto. Era venuto per fare il titolare intoccabile, come è stato nei cinque anni a Lille, e di fronte a una situazione imprevista si è smarrito. D’altronde, quando ha firmato per la Juventus le regole d’ingaggio erano diverse e sapeva che il suo concorrente o il suo partner, a seconda delle circostanze, sarebbe stato Kolo Muani. Non è andata così.

La crisi dei centravanti che coinvolge anche Vlahovic e Openda

La rotazione dei centravanti, c’è da dire, sta mettendo a disagio tutti e tre. Vlahovic ha vissuto sull’onda dell’emotività fin che si è travestito da giustiziere solitario che da riserva si trasformava in area e poi più niente, né da lui né da Openda né da David: la somma di tutti gli attaccanti titolari ha prodotto finora il totale di un solo gol. Il canadese, però, è quello di cui Tudor si fida di più, forse per il semplice fatto che dei tre, escludendo le contingenze attuali, è il più bravo, perché questo ha raccontato la sua carriera.

Tudor ci crede: “Mi piace come David si muove”

Contro il Milan lo ha riproposto dall’inizio malgrado la deludente prestazione in Champions, perché sa che il suo senso del gol prima o poi si risveglierà. E finora è stato l’unico dei tre centravanti ad avere avuto la possibilità di essere titolare per due gare di fila: ha bisogno di continuità e l’allenatore vuole provare a dargliela, anche perché Vlahovic e Openda non hanno fornito altri argomenti per farsi preferire. “Lui mi piace tanto”, dice l’allenatore a proposito di David. “Mi piace come si muove, è sempre nel posto giusto per fare gol, anche se non l’ha segnato”. In effetti è così: il radar che ha nel cervello lo porta sempre a intercettare il pallone che vaga in area ma poi, anziché sbatterlo con freddezza in rete, si impappina in maniera inusitata, forse perché comincia a pensare e rinnega l’istinto. E il pubblico fischia, incredulo.

Segui tutte le ultime notizie di sport

Next Post

Milan, Leao o Gimenez? Ecco chi sarà il titolare nelle prossime giornate

Lun Ott 6 , 2025
Leao o Gimenez: chi sarà il partner d’attacco di Pulisic in vista del proseguimento della stagione? E’ questa la domanda che continuano a porsi i tifosi del Milan, ma anche tutti i fantallenatori. Occhio alle ultime novità e ultimissime, soprattutto dopo le recenti rivelazioni di Allegri. La sensazione è che, […]

Da leggere