“Lo stato dei settori giovanili in Italia, da un punto di vista di tesseramenti, è buono. Abbiamo 750.000 tesseramenti quindi cifre importanti.
Complessivamente il dato dei tesserati tra Lega dilettanti e settore giovanile è il migliore degli ultimi 20 anni quindi vuol dire che comunque non c’è assolutamente una crisi di tesseramenti. Ci sono tanti problemi da affrontare per le società dilettantistiche giovanili in primis è il secondo anno di applicazione della riforma dell’ordinamento sportivo e quindi l’occasione per fare un primo consuntivo e cercare di portare alcuni correttivi e migliorativi a un provvedimento che sapevamo che sarebbe arrivato ma che corre il rischio di determinare maggiori costi maggiore burocrazia maggiore difficoltà di valorizzare i vivai giovanili”. A dirlo il presidente della Lega nazionale dilettanti Giancarlo Abete, oggi a Catanzaro.
“Il problema della riforma – ha aggiunto – è che con l’abolizione del vincolo rimangono troppo contenuti i tempi per poter investire nei giovani nel senso che, o ci saranno auspicabilmente dei riconoscimenti maggiori per le società che valorizzeranno l’attività giovanile oppure molte società, non solo dilettantistiche, avranno difficoltà a investire nei giovani se la durata del rapporto contrattuale e di tesseramento è molto limitata. Per la D abbiamo portato da 450.000 a 1.035.000 euro la somma che viene riversata in pari misura alle prime 5 classificate dei 9 gironi per la valorizzazione del settore giovanile”.
Riguardo alla ripartenza dei campionati dilettantistici, Abete ha parlato di “tanto entusiasmo. I dati al 30 giugno del 2024 – ha aggiunto – testimoniano 1.116.000 tesseramenti a livello nazionale e quindi una cifra importante. Nei prossimi anni, come fisiologico che sia, occorre cercare di trovare un equilibrio tra il numero di società, che tende a decrescere per la crisi demografica, lo spopolamento eccetera, e la struttura delle società, delle squadre, dei tesserati che comunque mantiene livelli di eccellenza”.
Un altro problema dei campionati regionali è quello dell’impiantistica, un problema, ha detto Abete, che riguarda “tutta Italia, da nord a sud. E’ un problema strutturale che è collegato anche alle difficoltà da parte dei Comuni di fare investimenti laddove tante volte, giustamente, bisogna dare priorità ai servizi sociali anche in esito a quelli che sono i vincoli di bilancio. Dobbiamo cercare di creare un rapporto più virtuoso in termini di rapporti con il credito sportivo, con le amministrazioni e peraltro, in tante regioni, anche al sud, c’è stata una qualità e un miglioramento degli impianti soprattutto con impianti in erba artificiale che consentono una maggiore tenuta e un maggior numero di partite e anche maggiori livelli di sicurezza per i tesserati”.