MILANO – Presentando il suo libro autobiografico “il guerriero”, Francesco Acerbi ha raccontato, dal suo punto di vista, come sono andate le cose nella finale di Champions League a Monaco di Baviera, persa dall’Inter per 5-0 contro il Paris Saint Germain: “Siamo arrivati cotti mentalmente. Eravamo favoriti dopo aver battuto Barcellona e Bayern, che secondo me è la più forte di tutte. Avevamo la pressione di dover vincere a tutti i costi dopo aver perso il campionato. Avevamo tanta pressione, gli infortuni. Siamo arrivati totalmente scarichi. Anche dopo la partita non ero neanche incazzato, niente”.
Il libro e la sua vita
Nel libro, pubblicato da Rizzoli, il trentasettenne difensore interista ripercorre tutta la sua vita: dall’adolescenza tormentata alla morte del padre, dagli anni in cui di giorno giocava a calcio e la sera si ubriacava, fino a quella preghiera che pronuncia prima di ogni partita, indicando il cielo: “L’ho inventata io, ci metto tutto, a partire dalle persone che amo”. Ovviamente, Acerbi parla anche del tumore, che lo ha colpito quando già giocava da professionista: “Non ho mai avuto paura di morire, forse per superficialità o incoscienza, ed è meglio così. Ringrazio il Sassuolo, dove tutti mi hanno capito e mi sono stati vicini”, ha raccontato alla presentazione.
Lazio, Milan e Inter
Acerbi è tornato con la memoria ai giorni in cui Simone Inzaghi lo chiamò alla Lazio: “Ero al matrimonio di Lorenzo Pellegrini, mi telefonò, gli dissi subito di sì, anche se sulla Lazio al Sassuolo avevano messo un veto”. Tornando ancora più indietro, ha ricostruito anche quando firmò con il Milan, “con il dirigente Ariedo Braida che mi disse: lo so che bevi e che sei sempre in giro fra donne e discoteche, ma ti prendiamo lo stesso”. Infine l’arrivo all’Inter, che vinse la concorrenza del Napoli, salutato dallo scetticismo dei tifosi e culminato con la notte magica della semifinale di Champions contro il Barcellona, con quel suo gol nel recupero: “Stavamo perdendo 3-2 e mi sono detto: se perdiamo 4-2 cosa cambia? Tanto vale salire”.
Il rapporto con Chivu
Infine Acerbi, fedelissimo di Inzaghi, ha parlato del rapporto che ha con Cristian Chivu. “È diverso da Inzaghi ma è molto preparato. È molto bravo, ci fa star bene. Io pensavo … no non pensavo niente. Ma era al primo anno in A. Invece si vede che ha giocato e sa come deve essere uno spogliatoio di vincenti. E’ già pronto per questo e di calcio ne capisce, siamo molto contenti di averlo”.