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Al Ain, l’avversario della Juventus: Rui Patricio in porta e un goleador togolese da oltre 200 reti

Alla scoperta della squadra emiratina che questa notte affronterà i bianconeri nella prima partita del girone del Mondiale per club

WASHINGTON – “Non siamo qui per partecipare” dice Igor Tudor, mettendo subito in chiaro quali siano i propositi della Juventus in rapporto al Mondiale per club a poche ore dal debutto bianconero nella competizione, che avverrà questa notte alle 3 (le 21 della serata di Washington) contro gli emiratini dell’Al Ain. “Si sa cosa rappresenta la Juve e qual è il suo modo di vivere lo sport: dove partecipa vuole vincere”. L’asticella delle ambizioni è dunque molto alta e tutti i bianconeri che si sono espressi in questi giorni hanno ribadito il medesimo concetto, rafforzato ieri da Thuram e Savona: “Siamo fieri di essere una delle due sole squadre italiane alla prima volta di una manifestazione così importante”. Il giovane terzino si è addirittura spinto a confessare un sogno: “Segnare un gol in finale e vincere il Mondiale”.

Rui Patricio in porta e un goleador togolese da oltre 200 reti in 300 partite

Quella contro l’Al Ain è la partita chiave del Gruppo G, perché gli emiratini, qualificati per aver vinto la Coppa d’Asia nel 2024, rappresentano la terza forza del girone e dunque sono l’insidia più pericolosa per la Juve e il Manchester City, le due favorite per l’ammissione agli ottavi. L’Al Ain viene in ogni caso da una stagione negativa, il quinto posto in campionato è costato il posto all’allenatore portoghese Jardim, sostituito dal serbo Ilic. La stella della squadra è il goleador togolese Kodjo Laba, addirittura 203 gol in 321 partite con maglia viola, ma sono da tenere d’occhio anche il fantasista paraguayano Romero e l’ala marocchina Rahimi. In questo Mondiale esordirà in porta Rui Patricio, che ha raggiunto l’Al Ain subito dopo aver chiuso il campionato con la maglia dell’Atalanta.

Tudor e il precedente del 2003 con l’Al Ain

L’incognita, per la Juventus, è la difficoltà a pesare l’effettivo valore di un avversario visto solamene ai video, anche se Tudor ha studiato e ha fatto studiare i suoi. “Siamo molto preparati”, ha confermato Savona. “Ovviamente sappiamo poco del campionato degli Emirati, ma in questi giorni abbiamo studiato i nostri avversari e siamo pronti. C’è grande entusiasmo, questa è una competizione molto sentita”. Un giornalista emiratino ha ricordato a Tudor il precedente del 2003, quando la Juventus disputò in casa dell’Al Ain (l’unica città non costiera degli Emirati, di fatto un’oasi in pieno deserto) in un’amichevole organizzata durante la sosta natalizia. Nella Juve all’epoca giocava Tudor, l’Al Ain era allenato dal francese Bruno Metsu: “Non mi ricordo, ma di sicuro vincemmo. No? Perdemmo 1-0? Allora vorrà dire che ci rifaremo qui”.

A Washington scongiurato il pericolo caldo

La Juve eviterà il caldo che sta soffocando (e condizionando) molte partite, sia per via dell’orario serale sia perché in questi giorni il tempo a Washington è grigio, con tanta umidità, un po’ di pioggia ma poco calore. “Non è il massimo giocare a certi orari”, ha annotato Tudor, che domenica dovrà sfidare il Wydad nel mezzogiorno di fuoco di Filadelfia e fra una settimana il City nella sauna pomeridiana di Orlando. “Ma tanto le condizioni atmosferiche sono uguali per tutti e non è il caso di trovare scuse. La squadra si è adattata in fretta al nuovo orario e al caldo, che oltretutto non è come ce lo aspettavamo”.

Panchina per Gatti, Locatelli e Koopmeiners

Stasera si gioca nel minuscolo Audi Fields, il più piccolo tra gli stadi mondiali, che può ospitare appena 20 mila persone: è praticamente una dépendance del monumentale National Park, tempio del baseball che si trova qualche decina di metri più in là. La Juve dovrà giocare senza tre titolari, perché Locatelli (caviglia), Koopmeiners (tendine d’Achille) e Gatti (perone) non sono ancora in grado di partire dall’inizio. Bremer è aggregato, ma prima di agosto non potrà scendere in campo. Tudor punterà sul 3-4-2-1, con Kolo Muani centravanti, Yildiz e Conceição alle sue spalle, Nico Gonzalez e Cambiaso sulle fasce e Thuram e McKennie in mediana.

Kelly: “Voglio restare”

Gli unici dubbi in difesa: Kalulu giocherà sul centro-destra, mentre per gli altri due posti sono in ballottaggio Savona, Kelly e Rugani, quello che ha meno possibilità di partire dall’inizio. Il problema è chi farà il centrale, ruolo che Tudor ha sempre affidato a Renato Veiga, che però è rientrato al Chelsea, e che, in attesa di Bremer, vorrebbe affidare a Gatti. Potrebbe toccare a Kelly (“Fa piacere l’interesse del Crystal Palace, ma voglio restare alla Juve dove c’è una tradizione di grandi difensori”) oppure a Savona, che in quella posizione venne schierato nell’ultima di campionato a Venezia, dove non fece certo bene. “Con Motta ho sempre fatto il terzino destro, ma con l’U23 ho giocato sul centro-destra o sul centro-sinistra e mi sono sempre trovato molto bene. Da centrale ho invece qualche difficoltà”.

I sogni del giovane Savona: “Stagione indimenticabile”

Probabile quindi che Tudor non lo proponga in quella posizione, anche per evitare di mettere in difficoltà un ragazzo che alla prima stagione da professionista si è guadagnato molta considerazione ma deve ancora perfezionarsi. “La mia è stata un’annata di alti e bassi, ma la giudico comunque stupenda e indimenticabile, perché non avrei mai immaginato di giocare così tanto”. Il ventiduenne si è anche meritato il rinnovo del contratto fino al 2030: “Sono molto molto contento, considerando che gioco nella Juve da quando avevo otto anni”.

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