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Alisha Lehmann: “Attaccante, non influencer. Mi batto per tutte le donne”

Intervista alla 25enne svizzera della Juventus Women, compagna di Douglas Luiz: “Ho 27 milioni milioni di followers. Prima ero spaventata, ora penso che posso fare molto per lo sviluppo del calcio femminile”

Ventisette milioni di follower sui social network, ma anche l’istinto per il gol che mette a disposizione della Juventus Women. Alisha Lehmann, 25 anni, attaccante della nazionale svizzera, vive per il calcio, professione che condivide con il brasiliano Douglas Luiz, compagno di vita, approdato con lei in bianconero quest’estate dopo anni passati insieme all’Aston Villa. Una superstar dei social, ma anche una ragazza semplice nonostante sia la calciatrice più seguita al mondo. Lehmann da sola ha 17 milioni di seguaci su Instagram, Douglas “solo” un milione e mezzo. Altri 10 milioni di utenti la seguono su TikTok.

Alisha Lehmann, cosa l’ha portata a scegliere l’Italia e la Juventus?

“Penso che sia stata la decisione migliore, la Juve è un grandissimo club e se la scegli è perché vuoi vincere”.

È stata accolta come una star. Se l’aspettava?

“Non sono una star, sono una persona normale, ma quando la fama è tanta, la gente ti aspetta. Vivo una vita normale: vado a casa, cucino, faccio le stesse cose di tutti. I primi giorni, quando camminavo per strada, la gente mi diceva sorridendo “Ciao Bianconeri, come stai?”, che era il messaggio che avevo postato sui social”.

Con un errore grammaticale, lo sa?

“Certo, ma all’inizio no! Tutti ridevano, dopo quattro settimane ho chiesto perché e mi hanno risposto che “Come stai” è singolare e “Bianconeri” plurale. In spogliatoio, per strada: tutti mi salutavano così, ridendo”.

Ogni suo post vale, secondo un recente studio, oltre 300 mila euro. È la CR7 del calcio femminile?

“Ci provo. Sei una calciatrice, ma puoi anche mostrare la tua vita e promuovere il calcio femminile, perché ha ancora molta strada da fare”.

Serve più aiuto dentro o fuori dal campo?

“Sono qui da poco, penso però che serva fuori dal campo, non ci sono molti club grandi come la Juventus, la Roma, l’Inter, il Milan”.

È difficile far capire al mondo che lei è una calciatrice prima che una star dei social?

“Finalmente l’hanno capito, gioco nella Juventus. Lo sono sempre stata, sono molto concentrata e do tutto quello che posso in campo. Il primo cellulare l’ho avuto a 15 anni, su Instagram sono entrata a 17, non ricordo il mio primo post, ho iniziato solo perché lo facevano i miei amici. Non so dire come sia esploso il profilo, ma ora sono felice che sia successo, perché può influenzare le donne a cui piace il calcio e incoraggiarle”.

Quanto pesano gli hater?

“Penso che siano persone che stanno al telefono, magari mangiando patatine e gelati, e non hanno nulla da fare nella vita. Io non passo molto tempo sui social, a casa non uso mai il telefono. Per pubblicare una foto ci vogliono due secondi, non sto ore su TikTok o Instagram. Vivo la mia vita, ho il mio ragazzo qui, una famiglia. Non penso mai “Oh mio Dio, e ora cosa pubblico?””.

Nata a Tägertschi, 386 abitanti, oggi ha più followers (27 milioni) che concittadini. Come si raggiunge questa notorietà?

“Non ho mai avuto l’ambizione di essere famosa. È semplicemente successo”.

Calciatrice di successo, influencer, vive facendo ciò che le piace. Cosa le manca?

“Nulla. Mi godo i momenti, è tutto perfetto. Sono felice, ho i miei amici, a casa ho la mia famiglia”.

Quanto conta il gusto estetico nel suo calcio?

“Da quando sono piccola gioco a calcio e mi piace tantissimo. Mi piace tanto fare la rabona o giochi del genere. Mi rende felice”.

Cosa porta al calcio italiano e alla Juventus?

“Quando entro in una squadra, diventa la mia seconda famiglia. Tutte insieme possiamo far crescere il calcio femminile italiano, sostenere le donne, diventare più grandi. Però penso sempre che sia un processo, abbiamo bisogno di tempo”.

Per giocare la Champions dovrete battere il Psg. Come vede questa sfida?

“È un’ottima squadra, ma alla fine si tratta di calcio. Tutti possono vincere e perdere”.

Quanto parla di Juventus con Douglas Luiz?

“Il nostro obiettivo è non parlare tanto di calcio a casa”.

Come si trova in Italia?

“La gente impazzisce in auto. Mi fermano in tanti, mi hanno persino rotto lo specchietto nella calca”.

Moda, cultura, enogastronomia. Hanno inciso nella sua scelta?

“Sì, ma anche perché la Svizzera è vicina e sono vicino alla mia famiglia. Sapevo che le persone sono aperte e gentili, il cibo è ottimo a differenza dell’Inghilterra. E poi nei negozi di alimentari la merce è fresca, Torino è bellissima, le persone sono gentili”.

Cosa cucinate a casa?

“Beh, dipende. Quando preparo io, un risotto al vino rosso, per esempio. Poi un piatto svizzero: maccheroni gratinati con limone. Douglas invece ama il cibo brasiliano, quando c’è la sua famiglia si mangia carne, riso e fagioli”.

Come si trova in Serie A?

“In Inghilterra il campionato è molto fisico e molto forte. Qui tecnicamente, per esempio, giochiamo un calcio davvero buono, bello e divertente”.

Sono solo quelle le differenze?

“No, giocavamo spesso nello stadio principale e attiravamo più pubblico”.

Quanto manca per raggiungere il traguardo della parità retributiva?

“A tutti piacerebbe, tante volte dopo l’allenamento dico a Douglas che così non è giusto. Facciamo lo stesso lavoro, ma lui guadagna centomila volte più di me. È una cosa che mi tocca, perché sono una donna. Ovviamente è la strada che dobbiamo percorrere, ma credo che ci vorrà molto tempo”.

Eppure a livello di nazionali è molto seguito il calcio femminile.“La Coppa del mondo femminile è stata probabilmente la quinta manifestazione sportiva più vista al mondo. Pazzesco, è stata più seguita del Super Bowl. Quindi, se ci pensate, è ovvio che dobbiamo avere la stessa retribuzione, almeno in nazionale”.

Come risponde a chi sottovaluta il calcio femminile?

“Chiedo se hanno mai visto una partita. Probabilmente no”.

La spaventano la popolarità e il potere che danno i social?

“Forse quando ero più giovane tutto questo mi spaventava un po’, mi preoccupavo di quello che diceva la gente. Ma ora sono più grande e ho più esperienza”.

La feriscono i commenti aggressivi?

“Non leggo quasi mai, non ne ho il tempo. Preferisco andare a casa dopo l’allenamento e fare un pisolino di tre ore piuttosto che essere stressata da cose come questa”.

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