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Allegri: “Riportiamo il Milan in Champions, per lo scudetto ne riparliamo a marzo”

Le prime parole del tecnico in conferenza stampa: “Vlahovic? Un ragazzo straordinario. Maignan capitano, Leao vice: sono felice che siano rimasti”

MILANO – Un blocco unico, società e squadra. Massimiliano Allegri lo ripete spesso nel giorno della sua conferenza stampa di presentazione come nuovo allenatore del Milan. Max lancia la sua formula magica: “Bisogna divertirsi, con grinta, vincendo”. Lo dice chiaramente, è “contento ed entusiasta”. Lo si nota. Sorride, scherza, ma è sicuro: “Per ottenere risultati bisogna essere uniti, la società deve essere di sostegno, e sono sicuro lo sarà. La dedizione al lavoro deve essere al primo posto. Non servono rivoluzioni, solo lavorare con ordine”. È seduto nella sala stampa al terzo piano di Casa Milan, tirato a lucido. Al suo fianco il direttore sportivo Igli Tare, che lo introduce: “Il suo arrivo è una scelta condivisa dalla società, porta esperienza, idee chiare e mentalità vincente”. Allegri racconta di aver incontrato la proprietà (“Un pranzo davvero piacevole”), e di aver parlato con Ibrahimovic: “Ci siamo sentiti quando è arrivata l’ufficialità, come ha detto Furlani ora è un consulente della proprietà. Lo ringrazio per avermi aiutato a vincere uno scudetto, ora deve trasmettere la sua mentalità vincente allo spogliatoio”.

“Il Napoli favorito per lo scudetto”

Gli chiedono delle possibilità di lottare per lo scudetto, lui non si sbilancia: “Il primo obiettivo di questo club deve essere tornare a giocare la Champions, poi vedremo a marzo”. Non si presta al confronto con il Napoli di Conte, dal decimo al primo posto (i rossoneri hanno chiuso ottavi l’ultima stagione): “Quando si lavora al Milan bisogna avere tutti l’ambizione e la convinzione di ottenere il massimo dei risultati. Se a marzo saremo a bravi ad essere nelle posizioni importanti, allora giocheremo per cose importanti. Ora non serve a niente dire che vinceremo il campionato: bisogna essere responsabili e concreti”.”.

“Mi è bastata un’ora per dire sì al Milan”

L’attenzione ricevuta, non solo dal Milan, nelle ultime settimane ha un po’ il sapore della rivincita. Max ha parole dolci per la Juventus: «Ho lavorato quattro anni al Milan con il presidente Berlusconi e Galliani allenando grandi giocatori con cui ho vinto scudetto. Poi sono stato otto anni alla Juventus, a tal proposito ringrazio il presidente Agnelli e l’ingegnere Elkann oltre alle persone che mi hanno sostenuto. Non sono io ad aver vinto da solo, io cerco di mettere i giocatori nelle condizioni di vincere”. Ma ora è certo di aver preso la giusta decisione: “Quando mi è arrivata la telefonata di Tare e Furlani li ho incontrati subito: ero entusiasta, in un’ora abbiamo deciso che avremmo fatto questa avventura insieme. Sono molto contento”.

“Vlahovic? Un ragazzo straordinario”

Alle gri non vuole parlare di mercato – Tare spiega che per Ardon Jashari il Milan ha fatto un’offerta importante, si resta in attesa della decisione del Bruges – ma si fa sfuggire che Dusan Vlahovic “è un ragazzo straordinario, è un giocatore della Juve ma io l’ho visto arrivare dalla Fiorentina…” e che Theo Hernandez “ha fatto una scelta, gli auguro le migliori fortune”. Luka Modric invece “arriverà in agosto, è straordinario, non ha bisogno di presentazioni”, conferma Max. Il capitano resterà Mike Maignan: “Sono molto contento sia rimasto, è uno dei migliori portieri in Europa, è stata molto brava la società a convincerlo a restare”. L’altro leader designato è Leao: “Lui è straordinario, farà una grande stagione. Di solito gli anni più importanti in carriera sono tra i 26 e i 30 anni. Credo che anche Loftus-Cheek sia molto importante. Giocheremo con i tre centrocampisti, poi vedremo in base alle caratteristiche dei giocatori”.

“Giochista o risultatista? Rispondo così”

La difesa è la prima cosa da sistemare: “Non sono amante dei numeri ma negli ultimi 15 campionati solo l’anno di Sarri alla Juventus non ha vinto la squadra con la miglior difesa”, sottolinea Allegri. I tifosi andranno riconquistati: “Per farlo dobbiamo lavorare bene con responsabilità per ottenere i risultati. Abbiamo bisogno di loro”. Gli chiedono anche delle sue frasi cult, dal corto muso in giù: “Giochista o risultatista? Il calcio è arte, la gente viene allo stadio per vedere i gesti tecnici”.

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