La formidabile carriera di Carlo Ancelotti allenatore cominciò nel 1992, aveva 33 anni: da vice di Sacchi in Nazionale visse il Mondiale americano del ’94 e la finale di Pasadena persa ai rigori col Brasile. La perfetta chiusura del cerchio è l’incarico ufficializzato per il tecnico uscente del Real Madrid, che il 10 giugno prossimo compirà 66 anni e nel frattempo ha vinto 5 Champions (record assoluto) e 31 titoli complessivi in 5 Paesi diversi (Italia, Spagna, Regno Unito, Germania e Francia): riportare il Brasile pentacampione sul tetto del mondo, dopo le 5 edizioni frustranti seguite al trionfo del 2002, proprio nel torneo che tra un anno si svolgerà negli Usa, in Messico e in Canada. Ancelotti sarà il quarto ct straniero della Seleçao (lo hanno preceduto l’uruguaiano Platero, il portoghese Joreca e l’oriundo argentino Nuñez), ma nemmeno il critico più attaccato alla tradizione del futebol samba dubita che quella del discusso presidente della Cbf sia stata la scelta più giusta.
Dal Brasile: “Noi e Ancelotti, i migliori del mondo insieme”
Ednaldo Rodrigues, che già nel 2023 tentò invano l’ingaggio dell’italiano vincente, ne ha assai bisogno: in queste ore il settantunenne bahiano è sotto processo, accusato di avere mantenuto il potere grazie alla firma contraffatta di un dirigente. Rodrigues ha cavalcato l’assunzione del nuovo ct: «È il più grande del mondo e adesso guida la più grande nazionale del pianeta. Lo dichiariamo al mondo: siamo determinati a recuperare il gradino più alto del podio». La missione è chiara: riprendersi il ruolo perduto a vantaggio dell’Argentina, prima nel gruppo sudamericano delle qualificazioni dopo 14 giornate: il Brasile è quarto, preceduto anche da Ecuador e Uruguay, e ha 10 punti in meno dei campioni del mondo, che a Buenos Aires, il 25 marzo, l’hanno umiliato (4-1), segnando l’epilogo del breve ciclo di Dorival junior e l’intensificazione delle trattative per Ancelotti. Il quale si lascerà bene con il Real di Florentino Perez: la Liga lasciata al Barcellona (verdetto definitivo il 4-3 nel Clásico di domenica) e l’uscita ai quarti di Champions non rovineranno il finale, domenica 25 al Berbabeu nella partita con la Real Sociedad.
Ancelotti e il Brasile, missione Mondiale 2026
Dal giorno dopo il Carletto madridista cederà il passo al treinador. Il 26 annuncerà i convocati per le partite del 6 giugno a Guayaquil con l’Ecuador e dell’11 a San Paolo col Paraguay: vanno al Mondiale le prime sei, ma i media si aspettano la scalata immediata alla classifica. Intanto discutono sul luogo in cui vivrà Ancelotti: chi lo vuole in Brasile e chi, data la prevalente presenza nei campionati europei dei convocati, ritiene congrua l’eventuale residenza in Inghilterra di un allenatore che ne conosce benissimo tanti, dai madridisti Vinicius, Rodrygo ed Endrick al barcellonista Raphinha, e che avrebbe già preso contatto con Casemiro, ora allo United ma già fulcro del centrocampo del Real, e ovviamente con Neymar, croce e delizia della Seleçao, oggi tornato al Santos e fermo per infortunio muscolare.
Il contratto di Ancelotti e lo staff del Brasile
I dettagli del contratto affiorano: annuale da 10 milioni di euro netti, con bonus di 5 per la vittoria al Mondiale e possibile estensione fino al 2030. Sullo staff si favoleggia: Kakà e Cafu sono al momento ipotesi giornalistiche, a differenza dell’ex romanista Juan e dell’inglese Clement, storico assistente di Ancelotti, che nel primo ritiro avrà con sé il figlio Davide e Francesco Mauri, suoi vice a Madrid. Poi tutto può accadere, ora che Xabi Alonso, per guidare il Real già al Mondiale per club, lascerà libera la panchina del Leverkusen, favorito sul Lipsia nella corsa a Fabregas. A quel punto si libererebbe il Como, che ha tra gli obiettivi (come i Glasgow Rangers) Davide Ancelotti, pronto alla prima esperienza da numero uno. Di sicuro Carlo Ancelotti è prontissimo per abbracciare la Seleçao il 2 giugno a San Paolo, al centro sportivo del Corinthians: «Vi aspetto tutti», è il suo messaggio ecumenico. Da vero cosmopolita.