”L’unica cosa che so è che non deciderò io quando lasciare il Real Madrid. Lo farà il presidente, prima o poi succederà”. Così Carlo Ancelotti, in una lunga intervista concessa al podcast dell’attore Giacomo Poretti del trio Aldo, Giovanni & Giacomo, ha parlato del proprio futuro, passando di fatto la palla a Florentino Perez. Incalzato su un possibile passaggio di consegne tutto familiare al figlio Davide (suo attuale vice), l’esperto tecnico di Reggiolo è sicuro: ”Diventerà una bravo allenatore”.
Ancelotti: ”Chi non giocava mi toglieva il saluto”
Nella sua straordinaria carriera, in cui ha guidato grandi club in tutti i top campionati europei, Ancelotti è sempre riuscito ad avere un ottimo feeling con tanti campionissimi: ”Forse perché mi sento ancora un po’ calciatore – svela -, il segreto è considerare lo spogliatoio come una grande famiglia”. D’altronde si è trovato una generazione di fenomeni al Real Madrid: ”Modric è un esempio, si allena tutti i giorni come se fosse l’ultimo. Lui è l’ultimo rappresentante di un gruppo storico, in cui c’erano Sergio Ramos, Ronaldo, Benzema, Kross e Marcelo. Il suo apporto è stato fondamentale per la crescita dei protagonisti di oggi, da Vinicius a Rodrygo fino a Mbappe che ha un talento speciale ed è bravo a gestirlo con impegno e sacrificio”.
Ma, dando uno sguardo al passato, non sono mancati momenti difficili: ”Ho avuto problemi con molti calciatori, spesso se li lasci in panchina poi fanno fatica a salutarti. A inizio carriera c’è stato anche uno che, pur di non sentirmi, si è messo l’asciugamano in faccia. Bisogna però saper distinguere la persona dal calciatore, il rispetto non deve mancare mai. E uguale per me: io non sono l’allenatore, faccio l’allenatore e sono pagato per decidere se il giocatore, non la persona, debba giocare oppure no”.
”Nico Paz? Sta facendo benissimo”
A proposito di giocatori da allenare, uno dei prossimi potrebbe essere il gioiellino del Como, Nico Paz, una delle rivelazioni della Serie A, che nella prossima stagione potrebbe far ritorno a Madrid. Su di lui c’è l’interessamento dell’Inter, ma dalle parole di Ancelotti i tifosi nerazzurri (tra cui proprio Poretti) si devono rassegnare: ”Nico sta facendo benissimo. Voi avete già una bella squadra”. A proposito della squadra di Simone Inzaghi, arrivano i complimenti per Marcus Thuram: ”L’ho visto nascere a Parma, era piccolino e ora è diventato un armadio. È molto forte, così come il fratello Khéphren, anche se il migliore era papà Lilian”.
Il naso rotto in Avellino-Roma
Tanti i momenti amarcord ricordati da Ancelotti. Dai calciatori più forti con cui ha giocato (”Maradona era fenomenale, ma anche Platini”), fino all’importanza di Arrigo Sacchi come allenatore: ”C’è un prima e un dopo di lui, sono stati in tanti ad averlo copiato. Le sue tattiche offensive e difensive sono ancora molto attuali, cerco di spiegarle ai miei calciatori. Dopo cinque settimane di allenamento con lui ero così dimagrito che la mia famiglia non mi riconosceva”. E poi un episodio controverso in Avellino-Roma del 1981: ”Era l’ultima partita di campionato, noi eravamo in corsa per lo scudetto, loro dovevano salvarsi. Su un cross di Bruno Conti mi arrivò un colpo in faccia e mi ruppi il naso. Un avversario mi disse che quel giorno sarebbe stato meglio non andare nella loro area. Avevo 20 anni, gli dissi che non l’avrei fatto”. E per concludere un doppio pronostico: ”Scudetto? Inter o Napoli. Per la Champions Real o Liverpool”.