Questo sito contribuisce alla audience di
 

Andrea Soncin: “Vincere l’Europeo? Farei il cammino di Santiago. Ci ha ispirato Sinner”

Il ct delle azzurre: “Guardavo in tv Chips, volevo diventare poliziotto. Abbiamo festeggiato la semifinale cantando ‘Ma il cielo è sempre più blu’. I miei modelli Zanetti e Di Francesco”

Ha riportato l’Italia in semifinale a un Europeo femminile 28 anni dopo l’ultima volta: «È stato il giorno più bello della mia vita», ammette Andrea Soncin, ct della Nazionale dall’8 settembre 2023. Mercoledì notte, dopo la vittoria con la Norvegia, ha festeggiato in pullman insieme alle sue ragazze: «Abbiamo cantato, ballato, urlato. Con la musica che uso anche negli allenamenti. Arianna Caruso deejay, karaoke sui grandi classici. Con Ma il cielo è sempre più blu ci siamo scatenati».

Soncin, la sua corsa al 90’ sotto la curva dopo il gol di Girelli è una delle immagini dell’Europeo.«Mi sono fatto trascinare dalla gioia estrema. Ho lasciato perdere la razionalità e ho seguito l’istinto».

Come quando ha pianto per la qualificazione ai quarti.«Ognuno deve sentirsi libero di esprimere le proprie emozioni, senza aver paura del giudizio degli altri».

Che corde voleva toccare con il discorso sul sogno di giocare a calcio che ha fatto prima della partita?«L’idea era di stimolare la felicità che si prova da bambini, quando il pallone diventa il tuo migliore amico. Oggi questo è il nostro bellissimo lavoro. Dobbiamo godercelo».

Come ha compattato una squadra reduce da due delusioni a Europei e Mondiali?«Ho trasmesso messaggi chiari. Tattiche e strategie, certo, ma la differenza l’ha fatta la disponibilità delle ragazze: si sono rimesse in discussione, hanno capito che la maglia dell’Italia è un privilegio».

Come è nato il soprannome “Cobra”, che aveva da calciatore?«Me l’ha dato Cosmi a Perugia, diceva che sulle palle vaganti in area di rigore arrivavo prima di tutti. A Lanciano in squadra c’era un mio omonimo, così da Soncin primo e secondo siamo passati a Sua Maestà, o Imperatore. Bei tempi, ma quello che sto vivendo adesso va oltre».

Il suo primo ricordo con un pallone?«Con una squadra dilettantistica di Vigevano: avevo 7 anni, accompagnai un amico che giocava lì e mi buttai in campo. Ero in jeans e camicia, non dimenticherò mai la reazione di mia madre quando tornai a casa tutto sporco».

All’epoca voleva seguire le orme di suo padre.«Era vigile urbano, di quelli con la moto. Iniziai a sognare di diventare poliziotto. Erano gli anni in cui in tv davano il telefilm Chips, fantasticavo sugli inseguimenti in moto. Per me papà era un eroe indistruttibile».

Lei ha due figlie, Sofia e Bianca, 19 e 14 anni. L’hanno aiutata nel rapportarsi con le calciatrici?«Molto, anche se loro hanno età, problemi e caratteri differenti».

Per le giocatrici è come un secondo padre?«Ho creato con loro una sinergia forte. C’è fiducia e anche stima, so che con le parole, lo sguardo o l’umore posso influenzarle. È una responsabilità grande, mi riempie di orgoglio».

Come si rilassa in ritiro?«Giocando a ping pong. La competizione è alta, soprattutto con Girelli e Serturini».

Un allenatore che le piace?«Paolo Zanetti, tira fuori il massimo da quello che ha a disposizione. E Di Francesco, le sue squadre sono belle da vedere».

Tornerà a allenare gli uomini?«Non ne ho la minima intenzione. Adesso sono in Paradiso. I rapporti che si creano con un gruppo di ragazze sono impagabili».

Ci sono ancora pregiudizi sul calcio femminile?«Tanti. C’è ignoranza, di solito chi giudica non ha mai visto una partita. Spero che i nostri risultati permettano alle persone di osservare con più attenzione, comprendere e conoscere. È importante aver riacceso i riflettori sul nostro movimento».

Cosa serve per farlo crescere?«Sarebbe utile entrare nelle scuole, iniziare a parlarne lì. Anche per educare i genitori: se una bambina vuole giocare, è giusto che segua la sua passione, non deve essere indirizzata a sport ritenuti più femminili. In Italia c’è un problema culturale».

Avete visto la finale di Wimbledon di Sinner?«Eravamo in viaggio, ma ne abbiamo parlato. Jannik ci ha ispirato. Lui come Paltrinieri, la Nazionale di volley, il Setterosa. Di notte non mi addormento subito, per staccare guardo quello che succede fuori dal raduno».

Come vive l’attesa della semifinale europea?«Stiamo sognando, vogliamo continuare a farlo».

Davide Nicola per la salvezza del Crotone percorse in bici l’Italia. Lei per una vittoria all’Europeo cosa farebbe?«Il cammino di Santiago».

Segui tutte le ultime notizie di sport

Next Post

England's win over Sweden the most 'chaotic' game of Wiegman's career

Ven Lug 18 , 2025
England manager Sarina Wiegman admits she thought the Lionesses were set for an early exit at Euro 2025

Da leggere

P