Competizione che vai, arbitro che trovi. Ormai la tecnologia sta entrando prepotentemente nel calcio, soprattutto nel mondo arbitrale. Telecamere, microfoni, orologi. Robocop vestiti di giallo (ma anche azzurro, nero e rosso) ed equipaggiati per cercare di ridurre al minimo l’errore umano. Ma la nuova stagione calcistica potrebbe mettere in luce un paradosso evidente: gli strumenti a disposizione dei direttori di gara cambiano a seconda del torneo, con effetti diretti per calciatori e allenatori.
In Champions League solo il Var
Tra pochi giorni scatterà la Champions League, che conferma il Var ma senza ulteriori novità. La Uefa ha scelto di non adottare altre innovazioni, mantenendo nelle sue tre competizioni un protocollo più tradizionale. Diverso il discorso in Italia e in Premier League, dove le tecnologie si stanno moltiplicando. Il primo esempio è l’announcement: l’arbitro, dopo una revisione al monitor, spiega al pubblico la decisione presa con microfono aperto e diffusione audio nello stadio. Introdotto per la prima volta al Mondiale per Club, è diventato operativo in Serie A a partire da questa stagione. Con risultati altalenanti, come quello mostrato dall’arbitro Manganiello alla prima giornata.
L’esordio della RefCam
C’è poi la RefCam, la telecamera montata sull’arbitro. La Premier League l’ha già resa parte integrante delle dirette televisive, mentre in Italia farà il suo debutto sabato prossimo in Juventus-Inter. Si tratta di un dispositivo pensato per mostrare le immagini dal punto di vista del direttore di gara e aumentare la trasparenza nei momenti più discussi. Con una doppia funzione: tecnica ma anche televisiva, per mostrare al pubblico da casa una visuale delle migliori azioni della partita da un punto di vista diverso dal solito.
Il Football video support
Infine il Football video support (FVS), il sistema che consente alle squadre di chiedere la revisione di un episodio al Var. Una formula simile al “challenge” di rugby e volley, che in Italia è in fase di sperimentazione nella Serie C maschile e nella Serie A femminile. Il risultato è un calcio a tre velocità: la Serie A con announcement e RefCam, le categorie sperimentali con il FVS e l’Europa ferma al Var classico. Per i calciatori significa dover cambiare approccio: in campionato un rigore può essere spiegato a voce, in Champions no; in Serie C si può chiedere l’intervento del Var, in Europa League no. Un mosaico complesso che racconta l’arbitraggio moderno: non più uniforme, ma adattato alla competizione.
Un calciatore, tre arbitraggi
Con buona pace dei calciatori che potrebbero ricevere un triplo trattamento anche nella stessa stagione. Basti pensare ad un calciatore della Juventus, dell’Inter o dell’Atalanta che potrebbe giocare in Serie A con un tipo di arbitraggio, diverso da quello ricevuto in Champions league e contemporaneamente scoprire cosa vuol dire sfruttare un ”challenge” al Fvs, mentre gioca con la squadra Under 23 del suo club.