MILANO – I tifosi interisti, un po’ scherzando e un po’ no, lo chiamano Arna Letale. Contro la Lazio, letale lo è stato davvero. Corner di Dimarco dalla sinistra, un difensore della Lazio intercetta, la palla si impenna, lui si coordina e dal limite dell’area libera un sinistro imprendibile, di quelli che hanno il potere magico di congelare il portiere in mezzo alla sua porta. Così, al minuto 39’ dei quarti di finale di Coppa Italia contro la Lazio, Marko Arnautovic, quasi trentaseienne di Vienna, ha regalato all’Inter due derby in semifinale col Milan, entrambi in programma il prossimo aprile.
Due scudetti a distanza di 14 anni
Arnautovic in carriera ha vinto due scudetti, entrambi con l’Inter, a distanza di quattordici anni l’uno dall’altro. A vent’anni, da giocatore del Twente, grazie a un prestito si trovò nella rosa del Triplete, che nella stagione 2009/2010, con Mourinho, vinse anche Coppa Italia e Champions League. Tre partite e nessun gol. È tornato ad Appiano Gentile nell’estate del 2023, a 34 anni compiuti, dopo aver girato mezza Europa per un’intera carriera: Werder Brema, Stoke City, West Ham Utd, Shanghai SIPG, Bologna. Nel peregrinare non ha vinto nulla. È tornato ad alzare trofei a Milano. E ora insegue un sogno.
Da giovane ribelle a vecchio saggio
Ai tempi della Champions alzata nel cielo di Madrid, Arnautovic era troppo giovane, in molti sensi. Sono un cult per i tifosi interisti le foto che lo ritraggono sui campi d’allenamento con Mario Balotelli, cuffie in testa e pose da rapper. Il tempo lo ha cambiato. Difficile dire quanto allora tenesse al calcio. Di sicuro, oggi ci tiene moltissimo. Soffre per le critiche, esegue senza fiatare gli ordini di Inzaghi, riconosce l’autorità di Lautaro, che ha otto anni meno di lui, ma che ha capito molto più in fretta come comportarsi per sviluppare il proprio talento. Marko sente addosso il tempo che passa e occasioni non ne vuole più perdere.
Il futuro e la fame di vittorie
Il contratto fra Arnautovic e l’Inter scadrà a fine stagione. Il club dovrà decidere se portarlo al Mondiale per club, in programma negli Stati Uniti dal 14 giugno al 13 luglio prossimi. Poi, salvo sorprese al momento inimmaginabili, le strade si separeranno. L’Inter deve svecchiare la rosa. Allo Stadium, contro la Juve, è scesa in campo una squadra nerazzurra con un’età media di 30 anni e cinque mesi. Troppi, in generale. E troppi soprattutto per Oaktree, il fondo proprietario della società nerazzurra, che ha dettato la nuova linea: largo ai giovani, per abbassare il monte ingaggi e, se necessario, rivenderli. Gli restano ancora tre mesi abbondanti da giocare, per dimostrare ancora una volta quel che vale e provare a vincere altri trofei. Il modo per trovare posto in campo lo conosce: segnare gol come quello contro la Lazio.