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Assemblea Figc per le riforme alla prova del voto: lo spettro di minacce e ricorsi

Prospettata come una costituente, si annuncia una battaglia senza esclusioni di colpi

ROMA – C’è chi vuol raccontarla come una costituente del calcio italiano. Chi più prosaico si prepara a una battaglia senza esclusioni di colpi. Alle 11.30, all’hotel Hilton di Fiumicino, tutto il mondo del pallone si ritrova per discutere la riforma dei pesi politici ed elettorali delle leghe. In un clima di ricorsi, minacce, promesse e intimidazioni.

Alle 11.30 l’Assemblea per la riforma dello Statuto Figc

La questione è semplice. La Federcalcio ha convocato un’assemblea per la riforma dello Statuto. Un “tavolo” tra tutte le componenti che servirà a rideterminare i pesi politici in vista delle prossime elezioni della Federcalcio. La molla è l’emendamento scritto dal deputato di Forza Italia Giorgio Mulè che imponeva per legge di dare alla Serie A maggiore rappresentanza nel Consiglio federale e maggiore autonomia. Il testo che la Figc ha scritto e depositato e che oggi porterà all’Assemblea prevede di ridistribuire i pesi elettorali in questo modo: la Serie A passerà dal 12% al 18% e da 3 a 4 consiglieri federali. La Serie B passerà dal 5% al 6% e da 1 a 2 consiglieri federali. La Lega Pro (Serie C) dal 17% al 12% e da 3 a 2 consiglieri. Le leghe professionistiche così passano dal 34 al 36%. Gli arbitri perdono tutta la loro rappresentanza. Immutati la Lega dilettanti (34% e 6 consiglieri) e ovviamente calciatori e allenatori.

La Serie A pronta a impugnare l’esito

Alla Serie A anche una grande apertura sulla autonomia: in pratica avrà diritto di intesa – è come se fosse un veto, nei fatti – su ogni decisione normativa che la riguardi, dal mercato alle regole per iscriversi ai campionati. Ma non le basta: né la percentuale in più, né questo grado di autonomia. Per questo ha già fatto ricorso contro il regolamento assembleare (avrebbe voluto che la Figc ridistribuisse già dei pesi elettorali per contare di più in questa partita), ma soprattutto promette di impugnare l’esito dell’Assemblea se alla Serie A non sarà concesso di poter prevalere sulla Figc nei casi in cui non si trovi intesa su nuove norme. A condurre la battaglia contro l’Assemblea è Lotito: il sospetto diffuso è che il suo ultimo fine sia, soprattutto, produrre uno stallo che porti al commissariamento della Figc. Come non bastasse, c’è Mulè.

Mulè avverte la Figc, Berruto attacca

Sì, il deputato che ha firmato l’emendamento da cui tutto è nato, è insoddisfatto. E minaccia la Figc: “Senza una mediazione”, l’avvertimento di Mulè al presidente della Figc Gravina, “sarà il Parlamento attraverso gli atti previsti e i tribunali con i pronunciamenti conseguenti a dover dare seguito alla legge e colmare il vulnus”. Per Mauro Berruto, deputato e responsabile sport del Pd, si tratta di “una neanche tanto velata minaccia nei confronti della Figc”. Impossibile non notare, come ha fatto lo stesso Berruto, che Mulè e Lotito siano colleghi di partito. E insomma, gli interessi di uno dei presidenti della Serie A sono difesi da un parlamentare del suo stesso schieramento politico: non certo il massimo.

La convinzione di Gravina

Gravina in ogni caso è convinto di vedere approvato il suo testo. E senza modifiche. Non cederà alle pressioni di Mulè, né al pressing di Lotito. È sicuro di avere dalla sua la Serie C e i Dilettanti, forse anche un po’ di B e un pezzetto di Serie A. A Fiumicino lo show down. Per tutto il resto, ci sono i ricorsi.

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