Bergamo – L’Atalanta è sempre lassù, anche se stava inciampando nel filo di Scozia, che in Serie A è ormai un bel gomitolo. Ai napoletani Mc Tominay e Gilmour si era già aggiunto il torinista Adams con un gol da centrocampo all’Empoli e adesso si è unito alla compagnia Henderson, ispiratore dell’Empoli stesso, guastafeste per antonomasia. Eludendo la distratta difesa atalantina, il poco celebre mediano Liam si è infilato con astuzia in area su rimessa laterale di Gyasi, per porgere da lì l’assist all’indietro al centravanti Colombo, e ha subito ingarbugliato la partita in cui la capoclassifica ha davvero rischiato di perdere il primo posto. Ma poi, più del filo scozzese, si sono visti i merletti di Bruges, cioè le giocate del non più algido ricamatore belga Charles De Ketelaere, che ha segnato di testa in tuffo l’1-1, ha disegnato il cross per l’assist di Zaniolo al Pallone d’oro africano Lookman (stavolta non brillantissimo) e ha infine evitato proprio in coda alla serata — lunga sterzata dalla fascia destra verso il centro e rasoterra in controtempo dal limite — che il rigore del provvisorio 2-2 di Sebastiano Esposito su richiamo del Var all’arbitro Feliciani per un contrasto tra Djimsiti e Grassi si trasformasse nell’ennesimo tormentone sul concetto di rigorino.
«La cronaca della gara»
Elogio a De Ketelaere
Così Gasperini, grazie all’undicesima vittoria consecutiva, può festeggiare il Natale in vetta e illustrare l’evidenza: il talento ripudiato dal Milan americano è il classico valore aggiunto. Il suo attuale allenatore, noto valorizzatore di attaccanti incompresi, ne ha analizzato l’ascesa: «Io al massimo posso tirare fuori il suo meglio, ma i meriti sono suoi. Segna in ogni modo e il gol decisivo lo ha cercato e voluto: alla tecnica ha aggiunto il cuore, oltre alla testa e a gambe più forti».
La undicesima in fila
L’elogio di De Ketelaere è il paradigma di un primato che, alla 17ª giornata, non può essere attribuito a qualche congiuntura astrale: «Il cuore serve. Quando il Napoli e l’Inter vincevano 11 partite di seguito, chiudevano alla svelta il campionato. Ma ora anche le altre viaggiano velocissime e ci sono squadre, come Fiorentina e Lazio, più attrezzate di noi in un calcio che non è più quello degli anni Settanta. Le 5 sostituzioni hanno cambiato tutto: oggi si gioca in 16». L’Atalanta non è sprovvista di alternative: uscito Retegui per un lieve infortunio muscolare prima che il guaio potesse diventare più serio («ha giocato tutte le partite», ha puntualizzato Gasperini), è entrato Zaniolo e non ha sfigurato. La sintesi spetta a D’Aversa: «Quest’Atalanta è la più forte di sempre. Avremmo meritato il pari, se fossimo stati più furbi, il che accresce il valore della nostra gara. A Gasperini, a Zingonia, dissi che lui era uno da grande squadra. Ha fatto di più: ha reso grande l’Atalanta».
Atalanta-Empoli 3-2 (2-1)
Atalanta (3-4-3): Carnesecchi 6 – Kossounou 5,5, Djimsiti 6 (30’ st Hien sv), Kolasinac 5,5 – Bellanova 5,5 (35’ st Cuadrado sv), Pasalic 5,5, Ederson 5,5, Zappacosta 6 (30’ st Ruggeri sv) – De Ketelaere 7,5, Retegui sv (21’ pt Zaniolo 6,5), Lookman 6 (30’ st Samardzic sv). All. Gasperini 6,5.
Empoli (3-5-2): Vasquez 6 – Goglichidze 5,5 (35’ st Marianucci sv), Ismajli 5, Cacace 5,5 – Gyasi 6, Anjorin 6, Grassi 6 (30’ st Maleh sv), Henderson 6 (39’ st Sambia sv), Pezzella 6 – Colombo 6,5, Esposito 6 (30’ st Fazzini sv). All. D’Aversa 6,5
Arbitro: Feliciani 5,5
Rete: 13’ pt Colombo, 34’ pt e 42’ st De Ketelaere, 48’ pt Lookman, 13’ st Esposito (rigore)
Note: Ammoniti Zaniolo, Pezzella. Spettatori 23.80