DORTMUND – L’ultima immagine europea dell’Atalanta è rimasta quella con la coppa in mano. Il trionfo in Europa League sembrava il prologo per una grande estate bergamasca anche agli Europei. Doveva essere il torneo di Scamacca, De Ketelaere, Pasalic e ovviamente il più bravo di tutti, Koopmeiners. Poi Robo-Koop si è dovuto arrendere a un infortunio, perdendo il biglietto. Ma chi è rimasto non è che sia andato bene. Il Bologna, l’altra rivelazione assoluta del campionato italiano, brilla anche in Germania: Freuler e Ndoye sono già andati a segno con la Svizzera, Skorupski è stato il migliore della Polonia contro la Francia, Calafiori ha servito l’assist a Zaccagni dopo una partita monumentale. Mentre la Dea resta a guardare.
Scamacca, zero gol e tanti errori
Quanto è lontana Zingonia dalla Germania. A poche ore dalla fine della prima fase del torneo il giudizio non può che essere parziale. Ma le uniche notti europee di quel gruppo sono rimaste finora quelle che hanno portato a Bergamo, e per la prima volta in Italia, l’Europa League. Eppure la primavera pareva aver regalato all’Italia un grande centravanti: Gianluca Scamacca aveva infilato 11 gol in 15 partite tra Europa League e campionato da marzo a fine stagione. La rampa di lancio per un Europeo da protagonista: aveva convinto il ct Spalletti a dargli un posto in rosa e poi da titolare, sorpassando Retegui nelle gerarchie. Numero 9, titolare le prime due partite. Ma di lui si ricorderanno, in queste prime tre partite, solo le mèches bionde, un’occasione persa contro la Croazia, un paio di colpi di tacco non proprio fortunati e quell’aggettivo, “pigro”, che sembra voler fare di tutto per meritarsi. Il bilancio è impressionante: di tre palloni che tocca ne sbaglia uno, percentuale mostruosa anche per un centravanti. E la miseria di 4 tiri, uno solo nello specchio.
Pasalic bocciato dopo 45’, CDK mai in campo
Mario Pasalic è stato la grande delusione della Croazia contro l’Italia. Promosso titolare nella partita chiave per la qualificazione, ha steccato al punto da costringere il ct Dalic a sostituirlo dopo i primi 45 minuti. Un disastro: poca corsa, pochissima qualità. Di Charles De Ketelaere non possiamo dire lo stesso per un solo motivo: nel Belgio non ha ancora mai trovato spazio. D’accordo, De Bruyne e Doku del City sono rivali con cui è dura competere. Ma che dire di Trossard, Lukebakio e Bakayoko, non esattamente star di caratura globale? Niente da fare: il tecnico Tedesco, che da italiano conosce bene la Serie A e che un occhio all’Europa League l’ha dato di certo, a CDK non ha mai neanche lontanamente pensato. Se c’è un atalantino che si salva è Berat Djimsiti: sempre titolare con l’Albania, 15 palle recuperate, un’ottima figura su Scamacca, nemmeno un cartellino (magari l’avesse imitato Calafiori…). Certo, l’ultimo posto con un solo punto è meno di quello che la squadra sperasse. Ma a lui nessuno potrà dire granché.