GENOVA – Settanta metri di corsa fino al limite della propria area, per aiutare i compagni. Un contrasto umile, deciso. No, quello non può essere Balotelli. L’arbitro fischia. Lui protesta. Cartellino giallo. Era entrato in campo da un paio di minuti appena. Why always me? Bentornato, SuperMario. A 1.701 giorni dalla sua ultima partita in serie A, che fosse per lui nessuno se ne ricorderebbe: ma in quel Sassuolo-Brescia, dopo il gol Caputo mostrò alle telecamere un messaggio: “Andrà tutto bene. Restate a casa”. Era il 9 marzo 2020, sembra trascorso un secolo.
Il ritorno di SuperMario
Che ci fa di nuovo in campo? Corre, si procura un calcio d’angolo – d’accordo: Gilardino gli ha fatto fare solo 5 minuti alla fine – ma sorride, sembra felice. Quando si è alzato dalla panchina dal Tardini si è levato uno strano rumore. Le grida dei tifosi genoani, il brusìo di quelli parmensi, persino qualche applauso. Attesa, curiosità: chissà cosa combina, adesso. Beh, adesso ha 34 anni. Mario Balotelli. Ancora un po’ sovrappeso, nonostante le settimane in palestra. Ha cominciato a fare riscaldamento, si è mosso – piano – lungo la linea del fuori. E subito qualcosa accade: il giovane Ekhator colpisce forte di destro, Suzuki respinge corto, Pinamonti la mette dentro. Il Genoa segna, evviva: sarà la rete di una vittoria fondamentale, ossigeno puro per i rossoblù. Mario da fuori esulta, tira uno scappellotto alla nuca di Ekhator che gli è corso incontro come si fa con un vecchio zio che non vedevi da tempo – questa settimana il ragazzino compie 18 anni, ha genitori africani e indovinate un po’ chi era il suo idolo da bambino? -, abbraccia gli altri. E si toglie la tuta – i guanti, no -, si prepara ad entrare. Comincia una nuova vita? Sì, se lo merita. Sui social è subito un tripudio, i tifosi del Grifone già pazzi di lui. Nei giorni scorsi, anche una stella del wrestling americano – The Undertaker, il gigante col cappellaccio in testa che seppellisce i suoi avversari – ha cominciato a seguirlo nella sua nuova avventura rossoblù. Ora Mario vive in un hotel a cinque stelle, nel centro di Genova, di fronte al mare. Un mare già amato in passato: Nizza e Marsiglia le sue tappe, correndo oltre la Riviera di Ponente, verso la Costa Azzurra.
La parabola di Balotelli
Supermario? Ma ancora gioca a calcio? Dopo quella serata d’inizio pandemìa, era finito in B al Monza, quindi un malinconico peregrinare tra Turchia e Svizzera. Negli ultimi mesi in palestra con un preparatore atletico e a palleggiare col fratello Enock. Il Genoa del presidente Zangrillo è andato a prenderlo neanche fosse un feticcio, un oggetto che non ci credi ma – dài, cosa abbiamo da perdere? – forse scaccerà la sfortuna. Costato poco o niente per chi è in fondo alla classifica con l’acqua alla gola, abbandonato al suo destino dagli ormai ex proprietari americani: 300.000 euro sino a fine stagione. Una scommessa che anche quei mugugnoni genovesi si possono permettere. Nell’operazione ha fatto da tramite Francesco Facchinetti – dj Francesco, “la canzone del capitano”: sì, il figlio Roby, di quello dei Pooh – e sembra che nel contratto abbiano inserito delle clausole anti-balotellate. Zangrillo: “Ho espresso un sogno romantico, se poi risponde anche a una indicazione tecnica…”. L’indicazione tecnica l’ha data Alberto Gilardino. Che con Balotelli giocò insieme in azzurro per un quarto d’ora in un’altra serata di novembre, ma era il 2010 con la Romania. Ieri sera, al termine della partita, l’allenatore ha detto di lui: “Sono contento per Mario, ha ritrovato la Serie A. È arrivato con grandi motivazioni. Adesso attraverserà un periodo in cui dovrà allenarsi con grande continuità e portare sempre più minutaggio, sarà fondamentale. Ma sono convinto che, nelle condizioni migliori, è un giocatore che ci può dare un qualcosa di importante. Dipenderà soprattutto da lui”. Da come ha corso quei settanta metri, contrastato, preso un’ammonizione, sembra l’inizio di una bella storia.