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Barcellona, Dani Alves: “Il Barca non ha rispetto delle sue leggende”

A Dani Alves non è piaciuto il modo nel quale si è chiusa la sua seconda avventura al Barcellona.

Dani Alves ha dichiarato che il Barcellona “non si preoccupa di coloro che hanno fatto la storia del club” dopo la scadenza del suo contratto coi blaugrana un mese fa. Il brasiliano è tornato al Camp Nou lo scorso novembre e ha collezionato 17 presenze dopo essere stato tesserato ufficialmente a gennaio, ma il suo contratto non è poi stato rinnovato.

Alves ha trascorso otto anni con il Barca nella sua precedente esperienza in Catalogna e ha vinto 23 trofei nel periodo di maggior successo della storia del club.

Durante questo periodo, le 377 occasioni create da Alves sono state superate solo da altri cinque giocatori dei cinque principali campionati europei, due dei quali sono Lionel Messi e Cristiano Ronaldo.

Pur essendo grato di aver avuto la possibilità di tornare, il terzino veterano è arrabbiato per le modalità della sua ultima partenza dal Barca, e ha preso di mira i responsabili della gestione del club. Queste le sue parole al Guardian:

“Non me ne sono andato triste. Me ne sono andato felice di essere tornato al Barcellona. Ho sognato per cinque anni di vivere questo secondo momento. L’unica cosa che non mi è piaciuta è stata la gestione della mia partenza. Da quando sono arrivato, ho detto chiaramente che non ero più un ragazzo di 20 anni e che volevo che le cose fossero fatte a testa alta, senza nascondere le cose. Ma questo club ha peccato negli ultimi anni. Il Barcellona non si cura delle persone che hanno fatto la storia del club. Come [tifoso del Barca], vorrei che il Barcellona facesse le cose in modo diverso. Non parlo di me perché la mia situazione era un’altra. Sono eternamente grato a Xavi e al presidente per avermi riportato qui. Ho trovato un club pieno di giovani con idee incredibili in campo. Ma deve migliorare il lavoro fuori dal campo. La mentalità è totalmente opposta a quella che abbiamo costruito qualche anno fa. Tutto ciò che accade in campo è il riflesso di ciò che accade fuori. Io tifo perché il Barcellona torni ai vertici, ma è molto complicato. Il calcio è più equilibrato, è un gioco collettivo. E questo è stato tralasciato dal club”.

 

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