La grande bellezza è qualcosa di puro, è un paradosso che toglie il respiro. Se Barcellona-Inter fosse finita 0-0 e non 3-3 sempre qui saremmo, a dire che tutto rimane aperto: ma di aperto, adesso, abbiamo più che altro gli occhi, pieni di meraviglia.
Il calcio come arte che appartiene a chiunque
Un gol di tacco e un altro in rovesciata per l’Inter dopo un paio di sospiri appena, tre numeri fantascientifici di Yamal, che valgono un gol e due traverse. E niente e nessuno che s’imponga veramente, se non la magnificenza del gioco. Puro piacere estetico ma mai astratto, quasi scollegato da chi lo produce. Come guardare Caravaggio, come ascoltare Mozart, come leggere Cent’anni di solitudine: il calcio come arte che appartiene a chiunque, dono gratuito e prodigioso.
Una partita che lascia qualcosa dentro a chi l’ha vista
L’Inter l’ha buttata via? Il Barcellona non ha saputo gestirla? E chi se ne importa. Tra cinque giorni, l’aritmetica ricomincerà da capo, ma ognuno di noi ha qualcosa in più dentro. Quando il calcio è così, viene da pensare che l’abbia inventato Dio.