Verona per lui è la città di un capolavoro. La scorsa stagione, Marco Baroni allenava l’Hellas e a gennaio gli hanno stravolto la squadra: addirittura 16 giocatori ceduti, tra i quali ben sette titolari, per un incasso di 45 milioni; 10 gli acquisti, costati in tutto 7,8 milioni: il guadagno netto fu di 37,2 milioni, ma nessuno avrebbe scommesso un euro sulla salvezza. E invece l’attuale tecnico della Lazio – inserendo al volo i nuovi giocatori, organizzando benissimo la squadra – riuscì nell’impresa senza neanche aspettare l’ultima giornata: come vincere lo scudetto, davvero. Un anno indimenticabile per Baroni, che lunedì sera all’Olimpico si ritroverà di fronte proprio il Verona: la partita del cuore, è il caso di dirlo.
Di quella rosa, l’allenatore biancoceleste ha voluto con sé Noslin, la cui avventura alla Lazio non è partita bene: ma siamo all’inizio, l’attaccante olandese – uno dei giocatori che l’Hellas comprò a gennaio – avrà tempo per dimostrare il proprio valore. Lunedì è destinato alla panchina, il posto sulla fascia destra se lo giocano Isaksen, favoritissimo perché anche con la nazionale danese ha confermato il suo brillante stato di forma, e Tchaouna.
Tra l’altro Noslin rappresenta soprattutto un’alternativa ai due centravanti, Dia e Castellanos: dopo l’ottima prova con il Milan, la coppia verrà confermata. Il Taty, rientrato dall’Argentina, ieri si è allenato di nuovo in gruppo. Formazione pressoché fatta, con Provedel in porta, Gila e Romagnoli al centro della difesa, Tavares e Zaccagni a sinistra, Guendouzi e Rovella mediani. L’unico vero dubbio riguarda il terzino destro: in ballo Lazzari e Marusic. Ieri mattina i dirigenti Enrico Lotito e Alberto Bianchi hanno rappresentato la Lazio ai funerali di Eriksson a Torsby, in Svezia; in chiesa anche una corona di fiori bianchi e celesti deposta da una delegazione degli Ultras Lazio.