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Body shaming contro Cristian Totti, mister Marco Amelia: “È più forte degli insulti. Raccomandato? Non avrà la 10 di Francesco”

L’allenatore dell’Olbia spiega la scelta del figlio dell’ex capitano della Roma: “Con me giocherà in mediana. Ha scelto la Sardegna come Daniele Conti”

«Cristian è grosso, non è grasso. Gli insulti? È troppo intelligente per dare peso a quattro stupidi da tastiera». Non usa giri di parole Marco Amelia, ex portiere di Roma e Milan, campione del Mondo con l’Italia e attualmente allenatore dell’Olbia Calcio, per raccontare il body shaming subito da Cristian Totti dopo l’esordio con la nuova squadra. Un video sui social che ha attirato centinaia di vergognosi insulti. «È gente invidiosa. Il problema è che Cristian è il figlio di Francesco Totti, non di uno qualsiasi. Ma nel mondo attuale tutti pensano di aver il diritto di dire la propria attraverso una tastiera».

E allora togliamo ogni dubbio. Fisicamente come sta?

«Cristian lo vedo tutti i giorni. È grosso di suo, ha due spalle così. È normale che ci sia qualche chilo di troppo a inizio stagione. Ma lavora sodo. Due chili su un ragazzo che ne pesa 80, non incidono».

Cristian come ha vissuto gli insulti?

«Non gliene frega niente. Tutti pensano che debba essere come il padre da quando è nato».

Anche all’Olbia?

«Certo che no. Cristian è un ragazzo che sta scrivendo la sua storia, che si è messo in gioco per la prima volta con i grandi. E con grande umiltà, spirito di sacrificio e voglia di lavorare lotta per una maglia».

Quindi non è raccomandato?

«Se lui è qui, è perché ha delle qualità tecniche che abbiamo valutato utili per noi. Cristian l’ho visto da vicino al Frosinone lo scorso anno e penso possa fare questa categoria».

Negli ultimi due anni ha giocato pochissimo.

«Era il suo primo anno in Primavera e ha trovato meno spazio. Poi è andato in Spagna, facendo un’esperienza di vita e culturale. L’ho trovato molto maturato dopo il Rayo Vallecano».

Perché lo ha scelto?

«Dovevo cercare 12 calciatori del 2005 e 2006 da inserire in rosa. Sono andato sulla certezza di conoscere un calciatore di quell’età che avesse la voglia di venire qui e giocarsela».

Qual è il suo ruolo?

«Hanno provato tutti a farlo giocare in attacco come il papà. Sbagliando».

In che senso?

«Ho preso un trequartista che faceva fatica a giocare tra le linee, nonostante un ottima tecnica e l‘ho messo a centrocampo. Dove le sue qualità di ruba palloni e pulitore di gioco possono prevalere».

Cristian vive da solo?

«Potrebbe comprarsi una villa. Ma ha scelto abitare in una casa insieme ad altri due compagni di squadra».

Papà Totti ha avuto voce in capitolo nella trattativa?

«Francesco non l’ho proprio calcolato. Nel senso, ci siamo sentiti ovviamente. Siamo amici e parliamo di tante altre cose. Su Cristian mi ha solo chiesto: “Sei sicuro?”. Io gli ho detto: “Sì, penso sia la tappa migliore per il suo percorso”».

E mamma Ilary Blasi?

«No, non l’ho sentita».

Sono già venuti a vederlo?

«Ancora non è venuto nessuno. Ma sicuramente troveranno il modo. Per ora lo vogliono lasciare tranquillo. Sanno che è in buone mani. E poi il cordone ombelicale lo hanno tagliato da tempo».

Che giocatore può diventare Cristian?

«Mi auguro che faccia la stessa strada di Daniele Conti. Figlio di un campione come Bruno, che ha scelto la Sardegna da giovane».

Cristian giocherà mai con la 10?

«Nooo oh. Che 10. L’ho data ad un calciatore di maggiore esperienza. E poi non ha il posto assicurato».

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