«Calcio d’agosto non ti conosco, ma dobbiamo crescere velocemente, il campionato è vicino». Lancia il tormentone estivo ma non può essere soddisfatto dalle prestazioni Vincenzo Italiano dopo il triangolare di chiusura ritiro. Finite le feste, il clima fresco di montagna lo si saluta con un cappotto da 4-0 dal non irreprensibile Bochum che preoccupa staff, tifosi, Marco Di Vaio e Giovanni Sartori che dalle tribune di Bolzano osservavano corrucciati, aspettando da settimane un sms da Hummels (voto: rimandato ad agosto, si spera) che visualizza e non risponde.
Ha fatto in fretta a farlo Erlic (voto 7) che svolte le visite mediche è corso in ritiro e in 24 ore altoatesine in albergo ha vinto la gara canora di canto in croato – e segnato il gol vittoria sul Sudtirol. Soprattutto ha dato un po’ di autostima a un reparto centrali che era tutto un bochum. Reparto è parola grossa, per la verità, visto che tra mercato, ferie e tornei internazionali in ritiro Italiano ne ha avuti solo due, Ilic e Beukema. Voto 4 per entrambi, il serbo preso a gennaio e un secondo dopo scaricato da Motta ha fallito gli esami di riparazione e verrà prestato per farsi letteralmente le ossa, visto che il fisico sembra ancora esile. Preoccupa di più l’involuzione di Beukema: quello di queste settimane rispetto allo scorso campionato incarna il meme “Quando lo ordini su Internet Vs. Quando ti arriva a casa”. «Vabbè, giocaci te accanto a Tressoldi», si replicava tra il pubblico di Valles alle perplessità sulle prestazioni di Erlic nel Sassuolo retrocesso. Non è qui il pagellone dei neroverdi, ma certo in quel ruolo l’affiatamento di coppia conta molto. Ecco, l’affiatamento, il principale cruccio lasciato dallo 0-4 col Bochum, al di là delle papere di Ravaglia (benevolo voto 5, come quello che gli dà un avversario per complimentarsi di una gran parata, fair play ricambiato da due gol regalati). Giocatori che a bordocampo si parlano indicandosi i movimenti da fare, linguaggio del corpo di chi non sa ancora bene come muoversi. «Dobbiamo in fretta trovare l’amalgama tra quel che i ragazzi hanno fatto lo scorso anno e le 3-4 cose che piacciono al nuovo allenatore». Al di là della terza persona per riferirsi a se stesso, questo il lavoro concettuale che spetta a Italiano (voto 5.5): fare imparare in fretta i concetti nuovi, alcuni esplicitati come «più di aggressività, far viaggiare diversamente la palla, alle volte si può arrivare direttamente davanti». La linea difensiva alta stile Fiorentina è una delle richieste ancora da interiorizzare, altre le hanno fatte intendere in queste settimane i giocatori, indicando che si cerca maggiormente lo spunto personale di chi ha qualità. Tutti i giocatori sono uguali ma alcuni sono più uguali degli altri. Del resto anche a Motta servì tempo per farsi capire, come gli sta servendo alla Juventus che fatica in amichevole, e tra i tifosi c’è chi gongola, c’è sempre chi gode di più per le sventure del nemico che per le gioie proprie.
Ma di certo al Bologna a Valles quel che non è mancato è stato il supporto dei tifosi (voto 9), pur magari disorientati dai limiti orari non a 30, non a 50, ma a 40 km/h della teutonica Val Pusteria che fa le cose a modo suo. Tra loro tante storie, da chi ha fatto 1000 chilometri dalla Puglia, la signora di 92 anni, il clarinettista da Champions. Un migliaio nella prima settimana, altrettanti al Druso di Bolzano sabato, presenza costante agli allenamenti e a ogni attività della squadra, con sostegno anche nel tracollo col Bochum. Hanno eletto nuovi beniamini come Santi Castro (voto 7) che smaltita la delusione per l’Olimpiade negata s’è messo al lavoro per diventare centravanti titolare e ha convinto tutti, compresi i compagni che giurano sarà il suo anno. Deve crescere invece Thijs Dallinga (voto 5.5), finora timido fuori quanto dentro al campo. Frizzante Orsolini (voto 6.5) che parla da capitan futuro, bandiera e «padre» per i compagni, e in campo sprizza voglia di spaccare il mondo, anche se non sempre gli riesce.
L’infermeria (voto 5) l’altro nemico di Italiano, che a un certo punto ne perdeva uno al giorno. Holm subito ai box, Lucumi k.o. in nazionale, Aebischer e Ferguson out all’avvio del campionato, Urbanski forse no ma ha saltato tutta la preparazione: servirà un centrocampista dal mercato. A proposito, voto 6, ad oggi. Sono partiti i due migliori, e si sapeva. Sono arrivati giocatori da scoprire e di cui aspettare l’inserimento, alcuni ancora mai visti come Miranda o lo stesso Holm. Di Erlic e Dallinga s’è detto, Cambiaghi (voto 6) pare per ora una buona riserva di chi c’era già. La piazza si fida ciecamente di Sartori per le prossime mosse, ma si può azzardare senza passare per Maigoduti (voto 4, all’idioma) che al 5 agosto non sembra un Bologna migliore rispetto un anno fa.