BOLOGNA — Un rosso, un autogol a ridosso del 90’, un gol regalato con passaggio alla punta avversaria, due pali. Può bastare per un anno, il Bologna incassa tutte le topiche fantozziane possibili in novanta minuti in cui capita di tutto, e tutto nel verso sbagliato per la truppa di Italiano. Roba da scriverci libri per gli appassionati di cabala, se si pensa che Paolo Zanetti, quasi esonerato due settimane fa, arriva al Dall’Ara per infliggere ai rossoblù la prima sconfitta interna che per il tecnico del Verona è anche il quarto successo su quattro sfide al Bologna in Serie A. Per come è arrivata, pareva scritta pure questa nel destino, con l’autogol di pregevole fattura di Castro che lambisce il fil di palo e decreta il ko a sottolineare che a volte ci son partite che in una maniera o nell’altra proprio non si potevano che perdere.
«C’è poco da commentare, l’abbiamo gestita noi», dirà alla fine uno sconfortato Italiano. «Resta una prestazione di altissimo livello, l’ennesima espulsione non ci voleva, lo sapete quel che penso, ma questa per me è una decisione arbitrale affrettata».
«la cronaca della partita»
Finisce con le lacrime dell’argentino a chiedere scusa alla curva in una settimana di pentimenti dopo il rigore sbagliato a Torino, ma già prima il Bologna ce ne aveva messo molto del suo per perderla. Con le sbandate dei singoli che condannano una squadra che l’aveva pure impostata bene, illusa di andare verso una serata di gloria che sarebbe stata degna conclusione di un 2024 stellare. E invece ci si trova non si sa nemmeno come ad andare all’intervallo in svantaggio e rientrare in campo in dieci. Il secondo rosso in un mese di Pobega, appena uscito dalle sessioni di recupero psicologico dal fattaccio di Roma, rende la ripresa una corrida tutta di nervi con la collaborazione di Ayroldi che, dopo quell’espulsione generosa verso la reazione di Duda allo schiaffetto del centrocampista perde il controllo del match che diventa una sorta di autogestione.
Falli, gialli, scelte confuse come un vantaggio non concesso a un Odgaard lanciato in porta, tanti dubbi sulla gestione. Resta un’ingenuità che costa carissimo, in una serata che è un saggio di autolesionismo. La svirgolata di Lucumi già aveva regalato al Verona un pareggio che nemmeno gli scaligeri, sin lì inerti, sapevano come avevano raccattato, figurarsi quando poco dopo con altro pasticcio arretrato si trovano avanti. Il Bologna sembrava in controllo e solo in attesa dello spunto giusto per raddoppiare la perla del magnificente Dominguez, cliente oltremodo scomodo per le lunghe leve di Dawidowicz, e funambolo che in dieci s’era messo sulle spalle la squadra conquistandosi con le sue serpentine la punizione che poi ribatte nel pari. Altre giocate per provare il ribaltone ma la notte magica di Benji finisce sciupata da un crollo inaspettato.
Eppure la squadra in mezzo alla caciara era riuscita a registrarsi e pur in dieci a creare più presupposti per vincerla che per perderla, e così Italiano decide di non toccare nulla cambiando il primo uomo dopo 80’ e tenendo per 89 Orsolini in panchina. Scelte su cui si può discutere, ma con una loro logica come quelle iniziali con Fabbian che per un tempo è un bel problema tattico per il Verona. E nella ripresa giocata orgogliosamente in inferiorità prima dell’ennesimo evento imponderabile di una notte senza gran logica, Odgaard aveva preso il suo secondo palo, Montipò tolto tre volte le castagne dal fuoco, Freuler gestito palloni importanti. Ma lo spumante se lo riportano gli scaligeri nel Valpolicella. A volte, forse, deve andare così, ma il Bologna sciupa un’occasionissima in un weekend in cui tutte là davanti avevano rallentato. «Vincendo – di nuovo Italiano – avremmo avuto una classifica bellissima».
Il tabellino di Bologna-Verona
Bologna 2 (20’ pt e 13’ st Dominguez)
Verona 3 (38’ pt Sarr, 47’ pt Tengstedt, 43’ st aut. Castro)
Bologna (4-2-3-1): Skorupski 6 – Holm 6 (44’ st De Silvestri sv), Beukema 5.5, Lucumi 4, Miranda 5 – Freuler 6, Pobega 4 – Odgaard 6.5 (44’ st Orsolini sv), Fabbian 6 (44’ st Dallinga sv), Dominguez 8 (35’ st Ndoye sv) – Castro 5. All. Italiano 6.
Verona (3-4-1-2): Montipò 7 – Dawidowicz 5.5 (14’ st Magnani 6), Coppola 6, Ghilardi 5.5 – Tchatchoua 5.5, Serdar 6.5, Duda 5.5, Lazovic 5.5 (30’ pt Bradaric 5.5) – Suslov 5.5 (14’ st Belahyane 6) – Tengstedt 7.5 (25’ st Livramento 6), Sarr 7 (25’ st Mosquera 6). All. Zanetti 7.
Arbitro: Ayroldi 4.5.
Note: espulso Pobega. Ammoniti Dawidowicz, Suslov, Coppola, Ghilardi e Castro. Spettatori 26.454.