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Bove ricoverato in ospedale. La speranza di poter togliere il defibrillatore

Dopo il malore in campo, il giocatore della Fiorentina è ad Ancona per una serie di test che hanno lo scopo di chiarire se la sua cardiopatia è strutturale

Firenze – Nuovi test per Edoardo Bove, il giocatore della Fiorentina che lo scorso primo dicembre ha accusato un malore nel corso della sfida di campionato contro l’Inter, accasciandosi a terra senza alcun contatto con gli avversari. Il ricovero, i momenti di terrore, l’impianto del defibrillatore sottocutaneo che, al momento, ne impedisce il ritorno in campo in serie A e anche il regolare svolgimento dell’attività agonistica secondo il protocollo sanitario italiano per l’attività agonistica.

Gli esami nell’ospedale di Ancona

Bove – il cui cartellino è ancora di proprietà della Roma: il giocatore è stato girato in prestito ai viola la scorsa estate – è ricoverato da giovedì 20 marco all’Ospedale Torrette di Ancona per sottoporsi a una serie di test per le sue aritmie e per valutare la possibilità di un intervento che gli permetta di tornare a giocare a calcio in Italia. Il centrocampista, 22 anni, vuole sapere se la sua cardiopatia è strutturale o meno, per questo ha svolto i primi test diagnostici e accertamenti specifici con approfondimenti invasivi di natura elettrofisiologica per trattare le aritmie. I risultati sono attesi nei prossimi giorni.

Il nodo del defibrillatore

Col defibrillatore sottocutaneo, impiantato all’ospedale Careggi di Firenze, non è possibile al momento per Bove tornare a giocare in Italia. Ma potrebbe farlo all’estero, dove in altri campionati la responsabilità ricade sul giocatore stesso e non sul medico. Come in Inghilterra, Spagna e Germania. Se fosse possibile rimuovere il defibrillatore, invece, lo scenario potrebbe cambiare ed è anche per questo che Bove ha deciso di svolgere altri test più approfonditi.

Il racconto del giorno del malore

“Quando hanno annullato il gol a Lautaro – ha dichiarato il calciatore al podcast di Gianluca Gazzoli – già sentivo girare la testa, ma al cuore non sentivo nulla, zero. Pensavo che il giramento di testa fosse dipeso da un problema di alimentazione, mi sono abbassato per far finta di allacciarmi le scarpe, ma forse ho fatto peggio. Quando mi sono svegliato in ospedale mi toccavo le gambe, la testa, pensavo di aver avuto un incidente ma non sentivo niente al cuore. Mi hanno raccontato che in ambulanza ho fatto un bel casino, dopo che mi hanno rianimato. Ero agitato, prendevo a morsi tutti, ma non mi ricordo niente di tutto questo, nemmeno delle visite fatte dalla mia famiglia il giorno dopo. Ancora non mi precludo niente, posso fare quante visite voglio, ma alla fine conta la mia tranquillità mentale. Se non mi sentissi sicuro senza defibrillatore non inizierei mai a giocare”.

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