Il Brasile è al Mondiale, ma si presenta male. La sconfitta subita ai 4000 metri di altitudine di La Paz contro la Bolivia – 1-0 su rigore (contestato) nel recupero del primo tempo – certifica la peggior qualificazione della storia della Seleção: quinto posto, 8 vittorie su 18 partite e una distanza enorme dall’Argentina campione del Mondo. Carlo Ancelotti, alla prima sconfitta con i verdeoro, non ha nascosto l’amarezza: «Una partita speciale sotto tanti aspetti, ma il rigore resta difficile da accettare». Per la Bolivia, invece, è festa per la qualificazione al play-off mondiale, competizione da cui manca dal 1994.
“Calcio da oratorio”
Ma il dopo gara è stato segnato da forti polemiche provenienti dal fronte brasiliano, nonostante la Seleçao non avesse nulla da chiedere al match, già qualificata com’era ai Mondiali americani. Samir Xaud, presidente della CBF, ha parlato di una partita «giocata in 11 contro 14 compresi arbitri e raccattapalle che hanno nascosto i palloni e lanciato in campo quelli sgonfi. Questo è calcio da oratorio». Una denuncia che ha spinto la federazione brasiliana ad annunciare un reclamo formale alla Conmebol, la confederazione sudamericana del calcio.
I legami tra Conmebol e Bolivia
Quella stessa confederazione guidata dal paraguayano Alejandro Dominguez, legatissimo al capo della federazione boliviana Fernando Costa, definito in diverse occasioni pubbliche «il mio caro amico» dal presidente della Conmebol. La stessa Bolivia, che solo poche settimane fa, era stata l’unica federazione sudamericana a esprimere un sostegno pubblico a Dominguez. Endorsement arrivato proprio dopo l’assegnazione della finale di Coppa Sudamericana 2025 alla città boliviana di Santa Cruz de la Sierra. Tutte coincidenze sussurrate nel post partita che hanno fatto riaffiorare le ingerenze politiche del calcio sudamericano. Flussi da cui la federazione brasiliana però non è esente, visto l’ultimo terremoto giudiziario che ha portato alla rimozione di Ednaldo Rodrigues e l’ascesa di Samir Xaud alla presidenza, che ha segnato un cambio di rotta nei rapporti di forza interni alla Conmebol.