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Buffon pensa all’addio alla Nazionale: i dubbi di Gigi dopo l’eliminazione con la Svizzera

Sconforto prima e dopo l’uscita di scena degli azzurri. Nulla di deciso ma una convinzione: serve un’assunzione di responsabilità

Mentre la squadra sfigurava a Berlino contro la Svizzera lui in panchina si mordeva le labbra. Impotente. E forse anche questo ha scavato un solco nella testa di Gigi Buffon. Chi ci ha parlato lo racconta sconfortato, colpito, dispiaciuto. Si era esposto in favore della squadra, era seriamente convinto che potesse fare bene, forse benissimo agli Europei. E invece.

Buffon valuta l’addio alla Nazionale

“Serve un’assunzione di responsabilità”. È questa la frase che avrebbe detto a caldo Buffon. Lasciando amareggiato l’Olympiastadion non aveva nascosto il suo disappunto: non aveva voluto parlare, “ma spero che qualcuno parli”, aveva detto quasi a richiamare alle responsabilità. Il gruppo. Qualcuno lo aveva ascoltato, la maggioranza degli azzurri no. Di certo Buffon sperava di poter incidere di più, non essere solo il parafulmine, la bandiera da sventolare per coprire i limiti caratteriali della squadra. Da capire anche come si sia evoluto il rapporto con Spalletti, che pure ha affettuosamente fatto riferimento più volte al contributo dell’ex portiere nel capire le responsabilità di giocare a Berlino. Parole però alla prova dei fatti cadute nel vuoto.

I motivi dei dubbi di Buffon

Che qualcosa non andasse era stato abbastanza evidente anche alla vigilia della disfatta. Mentre Spalletti parlava Buffon – occhiali scuri sul volto – era piegato con mano sulla fronte, probabilmente alle prese con pensieri ingombranti. Che alla prova del risultato sono diventati malessere. Ora Buffon ritiene necessario un confronto con Spalletti e Gravina per decidere cosa fare, tutti. Perché tutto quello che è successo ha fatto crescere dei dubbi sulla voglia di proseguire in questo ruolo. Sta studiando da dirigente: ha fatto il corso da direttore sportivo, un master in business and administration alla Bocconi segue corsi di macro economia, di analisi tecnica finanziaria e studia approfonditamente inglese. Insomma, sta lavorando alla sua seconda vita: direttore sportivo o direttore generale. Una nuova vita che, se qualcosa non dovesse cambiare, potrebbe iniziare prima del previsto.

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